A volte ritornano. Il Como ancora una volta sulla strada dell’Hellas. Domenica, proprio come quarant’anni fa. Con un’unica sostanziale, netta, differenza. Allora il Verona cercava i punti che lo separavano dallo scudetto. Questa volta, invece, si parla di salvezza. Obiettivo diverso ma non per questo meno importante. Il 5 maggio 1985 in campo c’era anche Domenico Volpati. Indimenticabile protagonista di quella stagione, è curiosamente uno dei doppi ex della sfida. Due stagioni e sessantotto gettoni con la maglia lariana, oltre naturalmente ai sei campionati con quella gialloblù. A Como, con lui c’erano anche Fontolan, Guidetti e Bagnoli. Tutti si sarebbero ritrovati anni dopo sotto lo stesso tetto. «Allora – racconta – era tutto diverso. A Verona era stato Bagnoli a volerci. Ma a quei tempi, gli allenatori trattavano direttamente con i presidenti e chiedevano loro stessi i giocatori. L’avvento dei procuratori, come Bagnoli mi ha raccontato più volte, ha cambiato le carte e questo non è stato più possibile». C’era anche lui contro il Lecce, in occasione dei festeggiamenti per il 40esimo anniversario del tricolore. «Non è stata una bella partita – esordisce il “Volpe” – ho visto una squadra, il Verona, figlia del momento, attanagliata dalla paura di perdere. Qualcosa di meglio si è visto nella ripresa. Il pareggio, tuttavia, è stato un buon risultato». Ma in queste situazioni l’allenatore può fare qualcosa? «Con i dovuti distinguo – ricorda – ho vissuto una situazione analoga nell’anno dopo lo scudetto. A due giornate dal termine, stavamo rischiando la retrocessione. Bagnoli, però, non percepiva minimamente la situazione. Forse perché sapeva che poteva contare sulla squadra. Vincemmo 3-0 con il Pisa e conquistammo la salvezza». C’è anche un curioso aneddoto da raccontare. «Eravamo in ritiro sul lago di Garda – aggiunge – e la sera prima ci trovammo in camera mia in sette/otto a mangiare una torta fatta da mia moglie. Era il nostro modo per stare insieme e trovare tra di noi la forza necessaria per affrontare al meglio la partita del giorno dopo». E domenica arriva il Como. Con la possibilità di sigillare la salvezza. «Il Como è una squadra in gran spolvero – sottolinea – che arriva da sei vittorie di fila. Il Verona, però, gioca in casa. Con un pareggio credo che l’Hellas sia salvo. Meglio evitare di doversi giocare il tutto per tutto ad Empoli. In ogni caso – conclude – i gialloblù devono pensare a far tutto da soli, senza fare affidamento ai risultati delle concorrenti. Troppo rischioso». I festeggiamenti per l’anniversario dello scudetto sono stati anche l’occasione per una riflessione. A lanciarla lo stesso capitan Tricella che si è chiesto come nessuna proprietà abbia mai chiesto a qualcuno di quella squadra di far qualcosa per il club gialloblù. Al suo pensiero si accoda anche Volpati: «È sembrato quasi che avessero paura di noi. Molti dei miei compagni, io per primo, siamo usciti dal calcio, cambiando proprio vita. E siamo andati avanti per le nostre strade senza dover niente a nessuno. Peccato, però. Verona per noi è sempre stata la nostra casa. Ci saremmo messi a disposizione anche gratis». Enrico Brigi