“L’Arena si è confermata ancora una volta, il palcoscenico naturale di un’arte che ci rappresenta nel mondo, unendo bellezza e identità. Da qui l’Italia parla al presente con la voce senza tempo dell’opera”. Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, ieri alla prima del Nabucco, che ha aperto l’edizione 2025 dell’Arena di Verona Opera Festival. “È stato un inizio potente e simbolico, che afferma sempre più il ruolo internazionale di Verona nella lirica, e non solo. Le mie congratulazioni e i miei ringraziamenti a tutti coloro che lavorano per consolidare questi obiettivi”. Per la prima di Nabucco di Giuseppe Verdi, nella nuova produzione di Stefano Poda, sold-out di pubblico, numerose autorità e presenze istituzionali, vip e un centinaio di giornalisti accreditati. In scena 400 artisti, 120 professori d’orchestra, 160 artisti del coro. Riferimenti biblici e poetici incontrano la sperimentazione tecnologica, chilometri di led, 3.000 costumi con tessuti innovativi, per una lettura senza tempo. Successo anche per la replica. Nabucco, dramma lirico che sancì il successo di Giuseppe Verdi – nel 1842 ad un radicale bivio personale e professionale – racconta la storia di due popoli in guerra, di un tiranno che perde sé stesso per poi ritrovarsi, e un finale che incoraggia alla pace e alla speranza. Opera corale per eccellenza, accanto alle vicende dei suoi personaggi principali fa spiccare il coro, come massa simbolica dell’intera umanità che si esprime con una sola voce. All’inaugurazione del 102° Arena di Verona Opera Festival, nella produzione curata in ogni aspetto da Stefano Poda convivono elementi del passato, del presente e di un futuro iper-tecnologico per raccontare Nabucco come storia fuori dal tempo, sempre vera, sempre attuale, come l’opera lirica sa essere. E venerdì L’Aida «di cristallo» (e dei record) è pronta a ipnotizzare gli spettatori per tredici, spettacolari serate.