E adesso Fdi punta alla Regione Resa dei conti nella Lega, Pd cresce Il successo della Meloni riconosciuto anche da Zaia: “E’ una sua vittoria”. Il Carroccio tiene dietro Forza Italia ma non c’è l’effetto Vannacci

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Fratelli d’Italia conferma, e anzi rafforza il suo primato in Veneto, nella Lega non c’è l'”effetto Vannacci” e il Carroccio scende ancora nelle percentuali, ma lascia comunque indietro Forza Italia; il Pd resta secondo partito in regione, confermando la percentuale della precedenti europee, ma in aumento rispetto a due anni fa, Bene Alleanza Verdi Sinistra e crollo ulteriore del Movimento 5 stelle.
Azione supera Stati Uniti d’Europa, ma la somma delle liste “centriste” perde 4 punti percentuali rispetto a due anni fa.
Resta intorno alla percentuale delle precedenti europee il Partito democratico, con il 18,87%, ma cresce sulle politiche 2022 (16,3%) e si conferma la seconda forza politica veneta, ‘trainato’ da Stefano Bonaccini, con oltre 78mila preferenze; bene l’uscente Alessandra Moretti (57.033) e Alessandro Zan, con circa 50mila voti.
La Lega nel Veneto scongiura il sorpasso di Forza Italia che avviene invece su scala nazionale ma scende ulteriormente al 13,16% rispetto al 14,5% delle politiche, crollando rispetto al 49,88% delle europee 2019. Roberto Vannacci non traina la lista, pur essendo il primo votato, con 70.836 preferenze. Non sfonda Forza Italia all’8,58% nonostante l’attivismo del coordinatore regionale Flavio Tosi tuttavia aumenta sia sulle europee (6,05%) che sulle ultime politiche (7%).
Anche in Veneto si registra la buona performance di Alleanza Verdi Sinistra (6,09%), quasi il doppio rispetto alle politiche, con il successo della capolista Cristina Guarda, consigliera regionale con 19.835 voti, e Mimmo Lucano a 15.322 voti.
Ulteriore crollo del M5S, con un 4,84% che dimezza il risultato delle europee 2019 e perde un punto sulle politiche.
Tra gli eletti, al momento l’unico veronese sicuro è Daniele Polato, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. In bilico l’europarlamentare uscente Paolo Borchia della Lega, mentre il seggio conquistato da Forza Italia va all’Svp per accordi elettorali.
E adesso cosa succede? Chiuse le elezioni europee, tra i partiti si fa la conta per le prossime elezioni regionali che si terranno tra un anno. E c’è già chi si candida per la poltrona occupata oggi da Zaia: l’assessore Elena Donazzan di Fdi.

Polato eletto, Borchia in bilico. Gli altri a casa

Nel dettaglio, in Veneto Fratelli d’Italia primo partito col 37,57%, la Lega si ferma al 13,16, il Pd si attesta al 18,88.
Forza Italia prende l’8,5% mentre Alleanza Verdi e Sinistra il 6,09. Il Movimento 5 Stelle conquista il 4,84% delle preferenze.
E quindi sono già partite le dichiarazioni del capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti: “I dati di Fratelli d’Italia al Nord Est dimostrano che non c’è un diritto naturale della Lega a governare il Veneto”. pertanto, Fdi chiederà la presidenza della Regione e Lega e Forza Italia avranno vita dura se proveranno a fermare questo treno chiamato Meloni.
Tanto che lo stesso Zaia a caldo ha riconosciuto che “la vincitrice di questa elezione è Giorgia Meloni”.
E si è già fatta avanti Elena Donazzan, la pasionaria di Fratelli d’Italia che canta Faccetta nera e arrivata seconda per preferenze dietro alla Meloni: “Per il dopo Zaia ci sono io. Fare la governatrice del Veneto è il mio sogno”.
Ma è solo una delle partite che si aprono adesso che le urne europee si sono chiuse. E in Europa andrà sicuramente Daniele Polato per Fratelli d’Italia, consigliere regionale e già assessore comunale. Nella Lega (che nel Nordest fa due seggi)  l’uscente Paolo Borchia rischia l’esclusione per colpa di Vannacci (ma con il gioco delle rinunce potrebbe essere ripescato) mentre sembra fuori dai giochi Tosi perché il seggio di Forza Italia andrà alla Sudtiroler Volkspartei: l’europarlamentare uscente della Svp Herbert Dorfmann infatti è stato rieletto grazie a un apparentamento nel collegio Nordest con Forza Italia.
L’ex sindaco si consola con la crescita di Forza Italia di cui è coordinatore regionale: “Il Governo ne esce rafforzato e Forza Italia diventa il secondo partito della coalizione e, nella sua costante e strutturale crescita, presto sarà il terzo partito italiano superando il M5S. A dimostrazione dell’ottimo lavoro del nostro segretario e vicepremier Antonio Tajani”. Tosi poi analizza il dato forzista nel Veneto: “Forza Italia cresce in tutto il nord rispetto alle ultime Europee del 2019, ma in Veneto l’aumento è decisamente più alto visto che passiamo dal 6% di cinque anni fa al 8,6% di oggi. Il nostro trend è in costante aumento, significa che il consenso è destinato ad aumentare ancora e a durare”.

In città preferenze a Meloni e a Tosi

Ma veniamo ai risultati di Verona città dove ha votato il 53% dei veronesi con un aumento rispetto all’affluenza nazionale.
In città Fdi è primo partito con il 30,84, alla Meloni oltre 14 mila preferenze, secondo Polato con 5.700.
Secondo partito in città è il Pd con il 22,96 con preferenze per Bonaccini, Moretti e Zan; terzo partito a Verona capoluogo è Forza Italia con l’11,22 grazie al risultato di Tosi che raccoglie 6.122 preferenze, più di Polato di Fdi e di Vannacci.
Quarto posto in città per AVS  che con l’8,62 ha avuto un ottimo risultato e molte preferenze per Mimmo Lucano e Jessica Cugini; la Lega scivola al quinto posto con il 7,8 e Vannacci che con 3.482 preferenze doppia l’uscente Borchia che ne raccoglie 1518.
Il Movimento Cinquestelle si ferma al 5,36, poi Azione di Calenda e Stati Uniti d’Europa.
Riassumendo, in città la Meloni fa corsa a sé con oltre 14.300 preferenze, tra i veronesi primo Tosi con 6.122 che supera anche Polato che ne ottiene 5.727 e Vannacci che si ferma a 3.482.
Differenti i risultati a livello provinciale dove Fratelli d’Italia sale ancora di più arrivando al 38,73 (Meloni oltre 54mila preferenze, Polato secondo con 19.229, poi la Donazzan), il Pd è secondo molto staccato con il 16, terzo posto alla Lega con il 12,65  (14mila preferenze a Vannacci) che tiene dietro Forza Italia che fa segnare il 10,92 (Tosi 17.402 preferenze); poi AVS al 6,16 e i Cinquestelle.
A livello di circoscrizione Nordest i voti cambiano ancora. Fdi è sempre al primo posto con il 31,91, il Pd secondo con 25,77, terza la Lega con 10,18 e Forza Italia arriva alle spalle con il 7 per cento incalzata da AVS con il 6,74 e M5S.
In definitiva, Fratelli d’Italia è sempre primo partito, il Pd cresce, la Lega non affonda ma non ha neppure l’effetto Vannacci e Forza Italia supera la Lega solo a Verona città. in provincia, a livello Veneto e di Circoscrizione il Carroccio è davanti ai forzisti.

Solo in città Forza Italia supera la Lega

A livello nazionale invece il derby tra Lega e Forza Italia è stato vinto dal partito berlusconiano (9,6% per Tajani, 9% per il Carroccio) che è riuscito nel sorpasso, mettendo in crisi Salvini.
E la crescita del Pd di Elly Schlein è stata sottolineata dal segretario provinciale Franco Bonfante: “Sebbene l’affluenza non sia stata, in generale, entusiasmante, le elezioni europee 2024 evidenziano per il Pd veronese un netto miglioramento rispetto ai risultati delle politiche del 2022, quando vinsero le elezioni le destre: da una media provinciale del 14,6% circa, il Pd passa infatti al 16,03% delle europee di ieri, mentre nel capoluogo guadagna due punti abbondanti, passando dal 20,7% al 22,96% confermandosi il secondo partito cittadino.
Questo risultato è segno che il messaggio di una grande forza di centrosinistra, concentrata sui problemi delle persone, dai salari all’inquinamento ambientale, dalla sanità allo sviluppo, si sta facendo strada tra i cittadini” è il commento del segretario provinciale Pd Verona Franco Bonfante. In città il Pd “supera il 30% in molte sezioni di tanti quartieri. Buonissimo il risultato a Veronetta e nel resto dei quartieri immediatamente limitrofi al centro storico; al Saval e Borgo Milano; nell’est cittadino a Borgo Venezia e San Michele”.
E veniamo alle preferenze.
Nella circoscrizione Nordest, in Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sfiora le 500 mila preferenze, seconda la Donazzan con 63.243, poi Stefano Cavedagna, Berlato e sesto Daniele Polato con 31.516. Nel Pd fa il pieno il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini con oltre 388 mila preferenze seguito da Alessandro Zan e Alessandra Moretti. Nella Lega il generale Vannacci prende oltre 142 mila preferenze seguito da Anna Maria Cisint che risulta eletta mentre per Borchia la rielezione è ancora in bilico nonostante le 23.517 preferenze. In Forza Italia Tajani è primo con 61.610 preferenze e secondo Tosi con 34.413 ma il seggio conquistato va al Svp per accordi elettorali.
Buon risultato di Alleanza Verdi Sinistra che vede Mimmo Lucano con 42.540 preferenze seguito da Cristina Guarda mentre la consigliera comunale Jessica Cugina è quarta con 7.908 voti personali.
Che cosa succederà adesso? dicevamo prima. Si apre il braccio di ferro per la Regione, ovviamente, ma parte la resa dei conti anche nei partiti. Per esempio nella Lega dove si è visto che il Veneto non ha gradito Vannacci e il Carroccio è andato male sia qui che in Lombardia dove tra l’altro il senatur Umberto Bossi ha dichiarato di votare per Forza Italia.
In Veneto molti leghisti non hanno votato (astensione altissima) e altri hanno votato il partito del premier Meloni. Lo stesso Zaia ha parlato di vittoria di Giorgia e il suo feeling con la Meloni è molto più forte che con Matteo. Tanto che Zaia potrebbe ritrovarsi ministro nel caso di un rimpasto.
Che farà allora Salvini? Ha già detto che “qualcuno ha tradito” e c’è un concreto pericolo di scissione ma anche lui, il Capitano, deve stare attento, perché Vannacci potrebbe prendersi il partito in mano in un attimo. E un generale conta più di un capitano…