E gli ospedali rischiano di nuovo. Il virus della burocrazia e gli ospedali rischiano nuovamente Zaia: “Evitare ciò che è successo l’anno scorso, sennò andiamo in forte crisi”

Il picco dei contagi è atteso per fine mese. La situazione, anche in Veneto, si fa delicata un’altra volta. Un anno dopo. Più di 100 mila morti in Italia. Nella nostra regione si è innescata una nuova polemica politica: il Veneto, secondo gli accusatori, avrebbe stimato i posti a disposizione in terapia intensiva al fine di rimanere in zona “gialla”. Polemiche an­che sui tamponi rapidi. Il g­vernatore Luca Zaia, in con­ferenza stampa, ha risposto ironicamente: “Credo che il mondo sia diviso fra quelli che hanno capito tutto e quelli che non hanno capito nulla, noi facciamo parte della se­conda categoria. Credo sia su­perfluo rispondere, sono tutte scelte dei tecnici, con re­lazioni specifiche, ne abbiamo già parlato mille volte, sarebbe bene si facessero esposti in Procura. Se ci sono questi dubbi la Regione è a disposizione dell’autorità giudiziaria, figuriamoci. Voglio essere chia­ro: non commento il fatto perché non lo conosco nel dettaglio. Non ho mai visto un esposto e non so chi firma. Sulla mortalità, per noi anche un singolo morto è una tragedia, ricordatevelo”. Il bollettino quotidiano dell’epidemia.

Nelle ultime 24 ore, su 43 mila tamponi, sono stati trovati 1.608 positivi, per un’incidenza del 3,71%. In tutto il Veneto gli attualmente positivi sono 30.210. So­no 1.456 i ricoverati (+56), 160 in terapia intensiva. So­no stati comunicati altri 29 decessi. Il governatore ha fatto il punto sulla situazione ospedaliera. “Non possiamo permettercli, non riusciremmo a curare tutti. Siamo molto preoccupati dall’aumento dei contagi, che è ogni giorno proporzionale. Oggi abbiamo 1.459 pa­zienti, eravamo quasi a ze­ro. Se abbiamo un’onda d’ur­to come l’ infezione di no­vembre-dicembre si va a 5 mila pazienti. Lo ripeto: non possiamo permettercelo”. Dunque si va verso una nuova chiusura totale delle scuole? “Le decisioni bisognava prenderle velocemente e devo dire che ab­biamo anche cercato di at­tutire la questione. Faremo un’ordinanza passati i 250 contagi su 100mila e in quel caso si provvederà a intervenire a chiudere le scuole del distretto, si introduce un automatismo. Si considerano i dati ogni giorno e in ba­se a questo si decidono le eventuali chiusure in base a quanto prescrive il Dpcm”. Riguardo all’idea, ventilata dal Comitato tecnico scientifico, di rafforzare le misure per le zone gialle, di creare micro zone rosse e lockdown nel fine settimana, il presidente del Veneto, Zaia è stato chiaro: “Non ho an­cora visto il provvedimento, per cui mi è difficile commentare. Va riconosciuto che ci sono realtà in giro per l’Italia in grossa emergenza. Ma di certo il Cts in questa fase non scrive provvedimenti per il Veneto, perché la situazione è molto diversa da quando ci davano degli appestati. Al momento”, ha aggiunto, “la prevenzione non ci ha segnalato situazioni che richiedano la necessità di istituire micro zone rosse”. Questione test rapidi.” L’autodiagnosi da noi è ancora un miraggio”, ha evidenziato il governatore leghista, “ma esistono realtà dove questo è già pos­sibile. In Germania con 5 euro i cittadini si comprano il test fai da te al supermercato, purtroppo in Italia siamo ancora indietro”. Oggi l’incontro tra l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e i medici di base per stipulare l’accordo sulle vaccinazioni anti-Covid. “I pazienti più fragili”, ha affermato l’assessore, “potranno essere vac­cinati a casa dai medici, poi le vac­cinazioni potranno es­sere eseguite in ambulatori o in centri autorizzati. Da­remo noi i target ai medici, per le persone più fragili e per coorti di età, ma quest’ultima è una discussione in itinere anche a livello na­zionale. Ragioneremo con i medici anche su come convocare i pazienti. Sei euro e 16 a inoculazione, poi c’è la tariffa per la vaccinazione domiciliare”, questo è quanto verranno pagati i medici di base. “Ieri ho incontrato i rappresentanti di Verona e Pa­dova, delle Università, per un accordo per quanto riguarda gli specializzandi e il loro impiego per le vaccinazioni. Abbiamo cercato di capire come declinare questo impiego su base volontaria”. Zaia è poi tornato a scagliarsi contro la burocrazia. “E’ bene invocare la validazione per i vaccini, ma mi permetto di fare la stessa proposta poi adottata dal provvedimento del ministero della salute quest’inverno per la diagnostica: autorizzare l’arrivo sul mercato nazionale sulla base dell’autorizzazione dell’FdA sta­tunitense o di uno stato del G8. Col massimo rispetto di Aifa ed Ema, mi chiedo per quale motivo serva il suc­cessivo vaglio delle a­genzie del farmaco. E se la risposta è perché lo dice la legge, nei momenti di difficoltà mi chiedo perché perdere tutto questo tempo, an­che perché non risulta che qualcosa approvato negli Stati Uniti sia poi stato re­spinto”. E ancora il governatore a margine della presentazione dei treni Rock e Pop: “Siamo l”unica realtà italiana che avrà tutti i treni nuovi, adesso vi dico: ‘trattateli bene, è un valore pubblico’. L’ordine totale è di 78 treni Pop e Rock, 18 dei qua­li già consegnati. Direi benvenuti in Giappone, a­vremo il parco-macchine tutto rinnovato, un grande investimento di oltre 4 mi­liardi e mezzo fatto da Trenitalia con la Regione Veneto». Alla presentazione c’erano anche l’amministratore delegato di Trenitalia Luigi Corradi e il vicepresidente della Regione con delega ai trasporti Elisa De Berti. “Benvenuti in Giappone”, ha chiarito Zaia, “perchè stiamo parlando del ringiovanimento di tutto il parco-macchine che passerà da 16 a 4 anni di media di età”.