Partecipazione e commozione, alla cerimonia commemorativa dell’82° Anniversario dell’Eccidio Divisione Acqui di Cefalonia e Corfù, che si è svolta al Parco delle Mura, in circonvallazione Oriani, di fronte al monumento eretto a Verona nel 1966 dallo scultore, partigiano e poeta Mario Salazzari, in onore dei caduti veronesi. Alla presenza delle autorità civili e militari, delle associazioni combattentistiche e d’arma e di numerosi cittadini, la cerimonia si è aperta con gli onori militari resi da un reparto d’onore interforze. Erano presenti il sindaco Damiano Tommasi, il prefetto Demetrio Martino, il presidente dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui (Anda), professor Claudio Toninel, il Generale di divisione Maurizio Fronda, comandante della Divisione Acqui, il cappellano militare del Comando delle Forze Operative Terrestri di Supporto di Verona, Don Flavio Riva e l’onorevole Marco Padovani. La rievocazione storica dei tragici fatti che hanno coinvolto la Divisione «Acqui» è stata affidata a Daniela Ghilardini, presidente della sezione Anda di Bergamo. La storia. Dopo l’8 settembre 1943 il presidio tedesco dell’isola intimò all’Acqui di arrendersi. Il comandante non solo rifiutò la resa, ma il 14 la intimò ai tedeschi. La risposta fu un violento attacco aereo alle postazioni italiane, contro le quali fu sferrata una violenta offensiva di mezzi corazzati da parte dei nazisti. Pur combattendo con valore, gli italiani inferiori per armamento e privi di protezione aerea – il 22 chiesero la resa, dopo avere perduto 55 ufficiali e oltre 3.000 militari. I tedeschi, dopo la resa, fucilarono 4.800 soldati e 341 ufficiali, compreso il comandante della divisione. Altri 2.000 militari persero la vita, per l’affondamento della nave, mentre erano trasportati sulla terraferma. I superstiti della divisione si unirono all’Elas e presero parte alla Resistenza contro i tedeschi. Secondo lo studio di Silvano Lugoboni, del Comfoter di Supporto, solo a Cefalonia c’erano ben 471 soldati veronesi, di cui se ne contano 18 fucilati, 14 deceduti, 87 dispersi (5 nel Mar Ionio a causa ffondamento piroscafi), 15 dispersi in prigionia oppure in altre zone della Grecia, Balcania e Germania. 163 le perdite veronesi, 220 Imi (Internati Militari Italiani), 304 rimpatriati, 94 soldati rimasti prigionieri sull’isola di Cefalonia come lavoratori coatti, 30 incorporati nel C.I.L. Sempre secondo l’analisi delle fonti storiche, risultano anche 14 ufficiali veronesi, di cui 4 deceduti, 8 fucilati e 1 disperso sull’isola di Cefalonia. Se ne salvò solo uno. La cerimonia si è conclusa con la consegna da parte della signora Raissa Francesca Cavenati all’Associazione Nazionale Divisione «Acqui» della Medaglia d’Onore conferita al nonno, Giacomo Cavenati, sopravvissuto all’eccidio e già internato Imi della Divisione.