Riapre Palazzo Forti. I continui appelli lanciati negli ultimi mesi per un recupero dell’abbandonato edificio di Via Emilei sono stati raccolti. L’Amministrazione Comunale, dopo aver provveduto alla sistemazione delle sale, è pronta a dargli una nuova vita.

Un intervento straordinario che realizza una promessa. Qui hanno lavorato per anni Giorgio Cortenova come direttore artistico e Libero Cecchini come architetto. Il sopralluogo

I continui appelli lanciati negli ultimi mesi, anche dalle pagine della cronaca di Verona, per un recupero dell’abbandonato palazzo Forti, sono stati felicemente raccolti e l’amministrazione comunale dopo aver provveduto alla sistemazione delle sale dell’edificio che si affaccia su via Emilei e su corso Sant’Anastasia è pronta a riaprirlo destinando come sempre i suoi preziosi e storici spazi all’arte contemporanea. Qui dove per l’arte avevano lavorato per anni Giorgio Cortenova come direttore artistico e Libero Cecchini come architetto, dove ancora sono esposte le opere di Sol LeWitt, artista statunitense scomparso nel 2007, dal 9 ottobre potrà tornare il pubblico e sarà proposta una mostra di videoinstallazioni a cura di ArtVerona che durerà un mese. Seguiranno poi altre iniziative in concerto con Fondazione Cariverona, ma il palazzo non sarà solo uno spazio espositivo ma un vero e proprio palazzo dell’arte con iniziative e laboratori per farlo vivere sempre. Il punto sulla situazione è stato fatto questa mattina con il sopralluogo di due commissioni consiliari, le assessore Barbara Bissoli (Beni Monumentali) e Marta Ugolini (Cultura) e i presidenti di commissione Alberto Battaggia e Pietro Trincanato. Un intervento per molti aspetti straordinario, che realizza una promessa fatta alla città, sottolineano a Palazzo Barbieri. Ceduto da Cariverona al Comune nel 2010 e per 20 anni (il Comune ne ha la disponibilità fino al 2030) Palazzo Forti da anni aveva le sale inaccessibili: ora invece torneranno ad ospitare collezioni d’arte e non solo, in una nuova visione dell’Amministrazione per un complessivo rilancio della proposta Contemporanea in città.

«La riapertura segna un momento importante, frutto dell’impegno dell’Amministrazione comunale che ha raccolto responsabilmente l’istanza della Città per riaffermare il ruolo di Verona come centro propulsore di arte, cultura e progettualità a livello nazionale e internazionale -afferma l’assessora alla Cultura Marta Ugolini-. Siamo dunque alla prima fase di un percorso ambizioso, che troverà il suo compimento grazie alla proficua collaborazione con Fondazione Cariverona per le future, necessarie, progettualità». Molti gli interventi che si sono resi necessari per ripristinare lo splendore delle sale e soprattutto rendere utilizzabili per esposizioni d’arte, iniziative che richiedono requisiti particolari per illuminazione e impianti di climatizzazione. Interventi effettuati (per il ripristino dell’accessibilità e fruibilità di Palazzo Forti) dalle diverse direzioni del Comune di Verona Edilizia Monumentale – Edilizia Pubblica Sicurezza aziendale e degli immobili comunali Cultura, Turismo e Spettacolo Musei – Patrimonio – Arredo urbano e Illuminazione pubblica. A seguito di un pronunciato scivolamento del manto in coppi sulla copertura dell’Ala di Ezzelino, per esempio, si è reso necessario procedere con un intervento di manutenzione straordinaria della copertura. Sono state poi revisionate e sostituite, ove necessario, le lattonerie in rame presenti ed è stata installata la linea vita per le successive operazioni manutentive. Sono stati posti in essere ulteriori lavori sulle aree esterne dell’immobile come la sistemazione di parte della pavimentazione in pietra del cortile, la sigillatura ed impermeabilizzazione delle partizioni vetrate a parete e soffitto del locale biglietteria al fine di eliminare le infiltrazioni presenti e il ripristino di alcuni dissuasori per volatili. Sono state sistemate porzioni di intonaci ammalorati, realizzata una rampa per l’accessibilità ai servizi igienici, sono stati ripristinati gli impianti idraulici e la struttura è stata completamente interessata da un ampio intervento di manutenzione e ripristino degli impianti elettrici, resosi necessario per garantire la piena efficienza delle strutture e la sicurezza degli ambienti in vista della mostra prevista per ottobre. «Lo storico complesso restituito alla collettività, torna ad accogliere il pubblico nei propri spazi, riaffermandosi come luogo emblematico del patrimonio culturale cittadino, crocevia di linguaggi artistici e punto d’incontro tra storia e contemporaneità» affermano il sindaco Tommasi e l’assessora Bissoli. Donato alla città nel 1937 per volere testamentario di Achille Forti botanico, studioso e mecenate illuminato il Palazzo ha segnato profondamente la storia e il fermento intellettuale di Verona. Sede della Galleria d’Arte Moderna dal 1938 al 2011, si è distinto come spazio vitale di ricerca, esposizione e dialogo, grazie anche alla visione dei suoi direttori storici, Licisco Magagnato e Giorgio Cortenova. E l’Amministrazione Tommasi ricorda che: «Attraverso mostre dedicate ai grandi maestri internazionali e il sostegno agli artisti emergenti, Palazzo Forti ha contribuito in modo determinante alla crescita del pensiero critico e alla diffusione della cultura contemporanea». «Quella di oggi è solo la prima tappa di un percorso che porta ad un obiettivo tanto ambizioso quanto realistico-sottolinea Alberto Battaggia, presidente della Commissione cultura e della rete comunale ‘Artiver-Per un ecosistema dell’arte contemporanea’ Alla proprietaria Fondazione Cariverona proponiamo una partnership per fare di Palazzo Forti il principale centro espositivo della vasta area geografica esistente tra Rovereto e Bologna, Milano e Venezia. Un progetto che si sostanzierebbe delle collezioni civiche e di quelle della Fondazione e, specialmente, di quelle disponibili grazie al rapporto che Artiver ha costruito con il mondo delle gallerie e dei collezionisti nazionali privati. Un centro dinamico, internazionale, prestigioso, paragonabile al Mart o a Palazzo Strozzi, che colmerebbe la lacuna che si è creata in questi anni a Verona nel settore».