A Verona l’emergenza abitativa è diventata ormai una crisi abitativa strutturale: gli affitti aumentano, le domande di edilizia popolare in pochi anni sono raddoppiate e gli sfratti crescono anche per famiglie non morose, spinte fuori dal mercato dagli affitti turistici. In questa situazione drammatica, il Governo rilancia un Piano Casa che si rivela del tutto inadeguato e la Regione Veneto latita come se non esistesse alcuna crisi. Questa è la presa di posizione di Franco Bonfante Segretario Provinciale PD Verona, Gianfranco Falduto Responsabile Diritti, Casa, Associazioni e Terzo Settore PD Verona e Alessandra Salardi Coordinatrice Tavolo Casa PD Verona. «Il Piano Casa Italia, annunciato dalla Presidente Meloni al Meeting di Rimini, dicono prevede 660 milioni di euro complessivi fino al 2030. Ma lo stesso Governo, a partire dal 2023, ha azzerato i fondi nazionali per il sostegno all’affitto e la morosità incolpevole, che valevano 300 milioni di euro l’anno. In otto anni significa 2,4 miliardi di euro tolti alle famiglie italiane in difficoltà, a fronte di soli 660 milioni promessi: meno di un terzo delle risorse che c’erano prima». Per il Pd si tratta «di un vero e proprio paradosso: si taglia un sostegno diretto, immediato ed efficace alle famiglie, per sostituirlo con un piano di lungo periodo che non sarà operativo prima del 2026 e che, con queste risorse, non potrà dare risposte all’altezza dell’emergenza». Secondo i Dem il Governo nazionale si rivela inadeguato, la Regione Veneto non è da meno. «Mentre altre Regioni, anche a noi confinanti dicono -, legiferano e investono finanziariamente in strategie di recupero e rilancio dell’offerta abitativa accessibile e ”abbordabile”, la Regione Veneto lascia i suoi Comuni soli e senza strumenti concreti e strutturali per affrontare la crisi». I numeri dell’emergenza parlano chiaro: gradutao-rie per alloggi popolari cresciute del 55% in due anni: 883 famiglie in graduatoria nel bando 2021 verso 1.371 nel 2023; circa 250 alloggi all’anno vengono riassegnati da AGEC, a fronte di un fabbisogno ben maggiore: 763 le domande raccolte nel 2024 per condizioni di emergenza abitativa; oltre 17.000 case sfitte in città, molte delle quali pubbliche e ffratti in aumento, spesso per disdetta legata all’uso turistico degli appartamenti. Il Pd ricorda che l’Amministrazione Comunale di Verona ha adottato, o sta adottando, misure concrete per affrontare la situazione e riempire il vuoto di idee, norme e finanziamenti lasciato da Stato e Regione. Cosi i Dem ricordano il finanziamento straordinario di 1,5 milioni ad AGEC per il riatto di 42 alloggi sfitti; la costituzione di una Cabina di Regia che metta al tavolo tutti gli attori pubblici e privati necessari alla definizione e realizzazione di una strategia per l’abitare accessibile a Verona; l’agenzia Sociale per l’Abitare, in fase di costituzione, per favorire l’accesso alla casa a prezzi abbordabili anche sul mercato privato; il finanziamento straordinario ”pilota” per favorire l’accesso alla casa per giovani under 35 e la co-programmazione con il terzo settore nella definizione e realizzazione delle politiche abitative, inclusi protocolli d’intesa per il recupero degli alloggi sfitti di AGEC da riattare.