Europa liste, nomi e forfait Sono 12 le liste in corsa nella nostra circoscrizione Nordest con centinaia di candidati tra i quali numerosi veronesi e molti veneti. Sistema proporzionale, tre preferenze e sbarramento al 4%. Molti big hanno già dichiarato che se eletti si dimetteranno

In un’Italia in perenne campagna elettorale, è cominciata la corsa dei candidati per il voto dell’8 e 9 giugno che rinnoverà il Parlamento europeo. Sui 720 eurodeputati complessivi, l’Italia ne aveva 76. Il voto è con il sistema proporzionale (tanti voti, tanti seggi) con possibilità di esprimere fino a 3 preferenze: se si votano 2 o 3 nomi, va rispettata la differenza di genere quindi non possono essere tutte donne o tutti uomini, ma devono essere rappresentati entrambi i sessi.
Il Veneto fa parte della Circoscrizione Nordest insieme con Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Questa circoscrizione elegge 15 eurodeputati. Per comprendere le dinamiche politiche del parlamento europeo, va precisato che gli schieramenti sono diversi da quelli che abbiamo in Italia. La maggioranza che governa in Italia, per esempio, si trova in Europa su fronti diversi, distinti e separati. Infatti, le famiglie politiche europee principali sono quella del Partito Popolare Europeo (in Italia, fanno riferimento Forza Italia e Noi Moderati), quella Socialista-Democratico (in Italia, il Pd e Sinistra Italiana), i Verdi (in Italia, Europa Verde), i liberali di Renew Europe (in Italia, Azione, Radicali, Italia Viva e Più Europa), i Conservatori (in Italia, Fratelli d’Italia), i sovranisti di Identità e democrazia (in Italia, la Lega) e la sinistra radicale.
Va ricordato che per eleggere europarlamentari le liste devono superare lo sbarramento del 4%, altrimenti nulla. Per questo ci sono molti nomi civetta e ci riserviamo un approfondimento a parte sui leader che non andranno a Bruxelles e Strasburgo anche se eletti ma opteranno per rimanere in Italia facendo così eleggere il secondo arrivato per preferenze.
Vediamo le 12 liste ammesse e i candidati nella nostra Circoscrizione Nord est dove spiccano diversi nomi veronesi e veneti.

I nomi dei candidati veronesi e veneti

Per Fratelli d’Italia, la capolista per la circoscrizione Nord-Est è la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dietro di lei Sergio Berlato, veneto, cacciatore, sulla cui candidatura si sono sollevate molte polemiche essendo un dichiarato no vax, negazionista del Covid. Troviamo poi in lista il consigliere regionale veronese Daniele Polato, la deputata scaligera Maddalena Morgante e la veronese ma residente in Trentino Alessia Ambrosi.
Tra i veneti è in corsa l’assessore veneto Elena Donazzan, vicentina; Luca Pavanetto, coordinatore provinciale di FdI, originario di Jesolo (Venezia); Valeria Mantovan, sindaca di Porto Viro e segretaria provinciale di FdI a Rovigo; Antonella Argenti sindaca di Villa del Conte (Padova); Silvia Bolla presidente del Comitato della Piccola e Media Industria di Confindustria Venezia.
Veniamo poi alla Lega che vede come capolista il veronese Paolo Borchia, eurodeputato uscente mentre il generale Roberto Vannacci che nel Nordest è già stato bocciato da tutti i big del partito è al penultimo posto. Borchia è l’unico veronese in corsa per la Lega ma in lista ci sono numerosi veneti come Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle (Rovigo); Arianna Lazzarini, sindaco di Pozzonovo (Padova); Alessandro Manera, vicesindaco di Treviso; Morena Martini, sindaca di Rossano Veneto (Vicenza); Rosanna Conte, eurodeputata uscente di Venezia; Alessandra Basso, eurodeputata uscente originaria di Treviso.
Va ricordato che la Lega cinque anni fa raccolse un risultato elettorale straordinario, il 34,3% che consentì di eleggere 28 eurodeputati; quest’anno l’impresa appare più difficile, visto che i sondaggi prevedono per il partito di Salvini un risultato inferiore al 10%.
Forza Italia. Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sarà il capolista di Forza Italia nella circoscrizione Nord-Est dove al terzo posto troviamo candidato Flavio Tosi, deputato, già sindaco di Verona ed ex assessore regionale alla sanità. Tosi è l’unico veronese in lista ma non l’unico veneto: ci sono infatti Cristina Andretta, ex sindaca di Vedelago (Treviso); Giampiero Avruscio padovano; Arianna Corroppoli di Rovigo, la vicentina Isabella Dotto, la veneziana Deborah Onisto.

Bonaccini guida il Pd, Calenda in pista

Partito Democratico. Sarà il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il capolista del Pd nella nostra Circoscrizione Nordest e al terzo posto troviamo Ivan Pedretti, sindacalista Cgil, originario di Brescia ma veronese di adozione (qui ha lavorato per molti anni).
Ricandidata poi l’uscente europarlamentare vicentina Alessandra Moretti; restando in Veneto troviamo Alessandro Zan, deputato di Padova; il consigliere regionale di Treviso Andrea Zanoni.
Nelle liste del Pd come visto, al di là di pedretti che è veronese di adozione, non ci sono candidati veronesi.
Movimento 5 Stelle. Anche per il Movimento di Beppe Grillo e Giuseppe Conte non ci sono veronesi in lista ma tre veneti: Cesidio Antidormi di Bassano del Grappa (Vicenza); il vicentino Andrea Bardin; la trevigiana Maria Angela Ferri.
La capolista Sabrina Pignedoli è di Reggio Emilia.
Nella lista di Azione, guidata da Carlo Calenda con Federico Pizzarotti al terzo posto, non ci sono candidati originari della provincia di Verona, però i veneti sono tre: Carlo Pasqualetto, padovano e segretario regionale di Azione nel Veneto; Lara Bisin, imprenditrice vicentina; Riccardo Mortandello sindaco di Montegrotto Terme.
Passiamo poi ad Alleanza Verdi-Sinistra, lista che vede al primo posto la consigliera regionale del Veneto Cristina Guarda, di Cologna Veneta, al secondo posto Mimmo Lucano e al quinto posto la consigliera comunale veronese Jessica Cugini. Altri candidati veneti sono Stefano Dall’Agata di Treviso e Alessandra Mion di Dolo.
Troviamo poi la lista Stati Uniti d’Europa (+Europa e Italia Viva) che è guidata da Graham Watson, ex-eurodeputato britannico con cittadinanza italiana. Due i veronesi in corsa: il sindaco di Garda Davide Bendinelli, già deputato renziano e Giorgio Pasetto di +Europa, presidente della fondazione comunale Bentegodi. In lista anche Marina Sorina di Verona.
Altri veneti sono Gabriella Chiellino, veneziana e Aurora Pezzuto di Conegliano. Un altro veronese candidato lo troviamo nella lista Libertà di Cateno De Luca: si tratta dell’ex deputato leghista Vito Comencini oggi a capo dell’associazione Popolo Veneto.
Infine altre tre liste in corsa: Alternativa popolare guidata dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, Pace Terra e Dignità che al terzo posto vede candidato Michele Santoro e la Sudtiroler VolkSpartei (SVP) ha per capolista Herbert Dorfmann e candida soltanto altri cinque persone.

La beffa: mi candido ma non ci vado. L’analisi

All’importanza delle Elezioni europee l’Italia ha sempre creduto poco. in Europa i partiti mandano spesso i pezzi da novanta che sono rimasti esclusi da qualche altro incarico, oppure puntano su personaggi più popolari che competenti, raramente si trova un programma concreto su temi e problemi europei: il voto europeo dal momento che si svolge con il sistema proporzionale serve più come sfida tra i partiti per vedere chi conta di più in termini di voti e da lì ripartire. per esempio, queste elezioni europee vengono vissute soprattutto in chiave di competizione interna al centrodestra per capire pesi e contrappesi. Chi uscirà con più voti avrà più peso per decidere le candidature alle prossimi elezioni regionale del 2025.
Delle sfide europee poco importa: raramente si trovano impegni su come affrontare il problema immigrazione, se fare o no una difesa comune europea, come risolvere il problema del clima, che ne sarà dello sviluppo dell’auto, come coniugare le sfide agricole con il cambiamento climatico e la crisi energetica e via di questo passo. Con la conseguenza che poi i nostri europarlamentari catapultati a Bruxelles e Strasburgo se la devono vedere con colleghi di altri Paesi molto agguerriti, competenti, di lungo corso e ben attenti a difendere gli interessi del proprio territorio (pensiamo solo alla pesca professionale o ai prodotti alimentari).
Quello che importa, in questo quadro piuttosto deprimente, è il voto in più. E per questo si buttano in campagna elettorale i big dei partiti, anche se poi già si sa che in caso di elezione non accetteranno il seggio a Bruxelles, ritenuto di importanza politica minore, per restare in Italia. Ma l’importante, in questa logica tutta italiana e molto social, è ottenere qualche click o qualche like in più.
Non andranno a Bruxelles anche se eletti, perché lo hanno già dichiarato, la premier Giorgia Meloni che è capolista in tutta Italia per FdI; il ministro degli Esteri Antonio Tajani che è capolista nelle circoscrizioni Nord Ovest, Nord Est, Centro, Meridione; non ci andrà la segretaria del Pd Elly Schlein capolista al Centro e nelle Isole; non sceglierà l’Europa neppure il fondatore di Azione Carlo Calenda capolista in quattro Circoscrizioni su cinque e che aveva sempre garantito che non si sarebbe candidato, criticando chi si metteva in lista solo per acchiappare voti.
Non andrà a Bruxelles neppure Flavio Tosi che già una volta dopo l’elezione in Europa decise di rimanere a Verona. E così farà anche questa volta. Ma il partito gli ha chiesto di candidarsi per portare voti a Forza Italia.
L’unico che ha assicurato che andrà in Europa se eletto, è l’ex premier Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva e candidato nella lista Stati Uniti d’Europa.
Il gioco delle rinunce apre le porte a chi arriva secondo nelle preferenze, spesso si tratta di sconosciuti, che si ritrovano per 5 anni sugli scranni dell’europarlamento. E questo la dice lunga sull’importanza e il valore che la nostra politica dà al governo europeo, salvo poi affermare che nella Ue contiamo poco e che la Ue è matrigna nei nostri confronti e che l’Italia deve contare di più. Ma le idee e la politica camminano con le gambe e la testa delle persone. Ma è l’ennesima riprova che l’impegno in Europa non è in cima alle priorità della politica italiana.
M. BATT.