Ex caserme e case sfitte: ecco i nodi Mentre l’architetto Giorgio Massignan scrive a Giunta e Consiglio comunale per sollecitare il riutilizzo dell’esistente, Palazzo Barbieri prepara il piano per gli edifici militari dismessi. E la Curia si interroga su Villa Francescatti ed ex seminario

E’ arrivato il momento, dopo decenni di tentativi, di recuperare gli appartamenti sfitti, inutilizzati perché da risistemare, evitare nuovo consumo di suolo o si andrà avanti con l’espansionismo continuo? La città non è cresciuta come previsto, quindi difficile giustificare ulteriori insediamenti: cosa deciderà l’amministrazione? Con queste premesse e dopo aver presentato una petizione con oltre mille firme per salvare il Pestrino dal cemento, l’ambientalista ed ex assessore Giorgio Massignan ha scritto ora una lettera a tutti i consiglieri comunali e alla Giunta per sollecitare un cambio di rotta proponendo “il recupero di parte del patrimonio edilizio non o sottoutilizzato per rispondere alle esigenze di locazione delle giovani coppie e degli studenti”. Un’occasione la lettera aperta dell’ex presidente di Italia Nostra, per fare il punto su molti immobili dismessi e vuoti e sui progetti che il Comune sta impostando soprattutto per le ex caserme. Anche perché a Verona “si calcolano circa 10.000 appartamenti sfitti ed esiste una forte richiesta di locazioni ad affitti equi per le giovani coppie e per gli studenti”. Cosa fare? “Si ritiene opportuno venga studiata una strategia operativa che riesca a utilizzare il patrimonio edilizio non o sottoutilizzato, evitando così nuove costruzioni che andrebbero a consumare altro suolo. Sarebbe opportuno usufruire del patrimonio edilizio non utilizzato, anche attraverso incentivi per il restauro e/o pesanti oneri economici per coloro che lo lasciano colpevolmente vuoto”. In particolare è in sofferenza il centro storico che “in 80 anni ha perso 142.000 abitanti, passando da 150.000 a 8.000, trasformandosi in un luogo di consumo turistico. Per bloccare l’abbandono e/o l’invecchiamento degli abitanti del Centro, si potrebbero destinare alcuni immobili di proprietà pubblica, tra cui alcune caserme dismesse, per interventi di edilizia economica-popolare e/o convenzionata”. L’obiettivo, spiega Massignan è che “verrebbero riportate in centro le famiglie giovani con figli, invertendo la tendenza all’ abbandono residenziale delle zone centrali con le relative conseguenze. A tale riguardo, l’ex caserma Villasanta sarebbe adatta ad ospitare residenze convenzionate, alloggi per anziani autosufficienti e strutture per persone indigenti e loro familiari”. Tuttavia va ricordato che in questa caserma dismessa è già previsto che il Demanio ne faccia sede per la propria Agenzia. “Inoltre, si dovrebbe intervenire affinché l’AGEC sistemasse i suoi 575 appartamenti non utilizzati perché non a norma e quindi privi dell’abitabilità”. Per fare questo servono almeno 50 mila euro ad alloggio secondo alcuni studi dell’amministrazione e le risorse vanno trovate da canali pubblici o da fondazioni. Solo così si possono ristrutturare almeno alcuni appartamenti.

Ex Trainotti, studentato o albergo?

Un tema a parte, che porta con sè molte considerazioni e proposte, viene dedicato da Massignan alle possibili strutture per i giovani e per l’accoglienza. Nelle scorse settimane in particolare è esplosa la protesta locale e nazionale degli studenti per gli affitti troppo cari degli appartamenti e soprattutto per la scarsa offerta di alloggi per studenti universitari. In particolare a Verona ci sono a disposizione circa 450 alloggi per una popolazione studentesca vicina ai 30mila iscritti. “Verona”, ricorda l’ex presidente di Italia Nostra, “grazie alla propria università, sta diventando una città degli studi, con parecchi giovani provenienti da ogni parte d’Italia e non solo. Ma, oltre alle strutture didattiche, è necessario rispondere al bisogno di alloggi ad affitti equi, frenando l’attuale sistema speculativo e ristrutturando locazioni adeguate”. A tale riguardo, ricorda Massignan, “si propone di destinare la caserma Trainotti, considerata la vicinanza al polo universitario, a foresteria e alloggi per studenti”. Il tema dell’ex Distretto militare, da quanto risulta alla Cronaca di Verona, è al centro del tavolo istituzionale di lavoro per una valorizzazione che vada proprio in questo senso. Comune e Università ci stanno lavorando, anche se il Demanio militare, che ne conserva la proprietà preferirebbe avere un reddito maggiore, destinando l’edificio per esempio ad albergo o struttura ricettiva simile. Da valutare anche, essendo l’ex caserma Trainotti in origine un convento, i vincoli di salvaguardia esistenti. Tra le possibili strutture da riservare ai giovani, poi, Massignan rilancia “Villa Francescatti, ex ostello della gioventù, che potrebbe riprendere la sua vecchia destinazione”. E qui l’ex assessore va a mettere sale su una ferita ancora aperta nella difesa del patrimonio immobiliare di pregio della città e della Diocesi: il destino dell’ex Ostello della Gioventù, vale a dire la preziosa Villa Francescatti a San Giovanni in Valle. E l’utilizzo dell’ex Seminario di San Massimo, sempre di proprietà della Diocesi.

Villa Francescatti è in abbandono

Villa Francescatti era un Ostello della Gioventù frequentatissimo, ritenuto uno dei migliori per struttura, location, giardino e accoglienza in Europa. La gestione era seguita dal prof. Fiorenzo Scarsini. E’ chiuso da dicembre 2017 quando la Curia di Verona, proprietaria dell’immobile, ha deciso nella persona dell’allora vescovo Giuseppe Zenti, di non far proseguire l’attività all’Associazione senza scopo di lucro che l’ha fatta risorgere dalle rovine con lavori di ristrutturazione che hanno coinvolto centinaia di volontari per molti anni e che l’ha gestita per decenni con l’accoglienza di viaggiatori e persone bisognose di aiuto. E ha funzionato egregiamente per 40 anni: dal 1977 al 2017. L’intento di Zenti era quello di vendere la proprietà a privati e ricavare risorse fresche, ma tra cambi di destinazione d’uso e vincoli di salvaguardia, l’affare (per la Curia) è sfumato. Ora la struttura è in abbandono e tanto per dire il parco-giardino è stato riaperto nello scorso week end per l’iniziativa Giardini Aperti a Veronetta grazie ai volontari e all’Amia che hanno ripulito la giungla cresciuta in questi anni di trascuratezza. Ora il nuovo vescovo, Domenico, cosa deciderà di farne? La stessa domanda vale per l’ex Seminario di San Massimo: qual è il piano immobiliare del nuovo vescovo? Anche in questo caso si puntava a una valorizzazione immobiliare: ai tempi di Zenti era stato predisposto un piano urbanistico edilizio imponente presentato in Comune ma che presentava non poche criticità e tutto è rimasto fermo. Uno dei tanti dossier complicati che il nuovo vescovo Domenico Pompili si è ritrovato sul tavolo. Infine, nella sua lettera Massignan ricorda anche Villa Pullè, di proprietà dell’Inps, che potrebbe essere trasformata in un centro di accoglienza. Ma qui si attende il progetto dell’Inps. Ma questa panoramica sugli immobili utilizzabili e riutilizzabili a Verona ci consente di fare il punto anche su altri progetti che a Palazzo Barbieri sono in fase di studio. Detto dell’ex caserma Riva di Villasanta che pare destinata a diventare sede dell’Agenzia del Demanio, proprio la zona di San Zeno potrebbe essere quella più interessata nei prossimi anni da nuove attività, con tutte le conseguenze del caso: più vita ma anche più traffico. Per esempio, la caserma Busignani di piazza Pozza dovrebbe ospitare uffici pubblici e i giudici di pace che oggi sono sacrificati in locali inadeguati. Serve però una variante urbanistica che dovrà passare in Consiglio comunale per quello che è stato ribattezzato con un po’ di fantasia “Federal Building”, polo che ospiterà anche gli uffici periferici di vari Ministeri. Una variante servirà anche per l’ex caserma di San Bernardino perché qui potrebbe essere trasferita la questura che oggi è in affitto (notevole) da un fondo in lungadige Galtarossa. Il Comune sta aspettando i risultati del piano del traffico per capire la fattibilità del trasloco, perché appunto in zona San Zeno rischia di verificarsi un concentramento eccessivo di uffici e funzioni. Nel 2025 infine alla ex caserma Rossani dovrebbe trasferirsi la Polizia locale.

mb