Corsi e ricorsi storici: nella stagione 1999-2000 il Verona allenato da Cesare Prandelli, in una situazione di classifica difficile, ottenne contro il Parma un rocambolesco successo per 4-3 che diede il via a una straordinaria rincorsa verso una salvezza che molti consideravano irraggiungibile. In quella squadra, sulla corsia sinistra, spingeva il dirompente terzino Gianluca Falsini. L’ex gialloblu’ ricorda che allora la squadra era considerata gia’ spacciata, ma proprio per questo, non avendo piu’ nulla da perdere, mise in campo coraggio e raziocinio, ingredienti che secondo lui servirebbero anche oggi alla formazione di Zanetti nella delicata gara contro il Parma, dove la cosa piu’ importante sara’ almeno non perdere, pur riconoscendo ai ducali un leggero vantaggio sulla carta. Nella sua carriera Falsini ha lavorato con allenatori del calibro di Prandelli, Arrigo Sacchi e Alberto Malesani, tecnici che definisce «avanti» per idee e metodi: Malesani piu’ attento al possesso palla, Prandelli, che lo ha allenato sia a Verona sia a Parma, piu’ concentrato sull’equilibrio complessivo; di Sacchi sottolinea come i risultati parlino da soli. Dopo il ritiro ha raccolto grandi soddisfazioni nel calcio giovanile, vincendo due scudetti con l’Under 16 della Roma e raggiungendo una semifinale tricolore con la Primavera del club giallorosso. Riflettendo sulle difficolta’ dei giovani italiani ad affermarsi e sulle ricadute sulla Nazionale, rimasta fuori dagli ultimi due Mondiali, Falsini invoca un cambiamento epocale: occorre rafforzare i vivai, fissare regole simili a quelle della Bundesliga, dove ogni club deve avere un centro sportivo di proprieta’ e destinare una quota del bilancio al settore giovanile, privilegiando i calciatori cresciuti in casa. Secondo lui serve anche un cambio di passo a livello dirigenziale, con progetti chiari e a medio-lungo termine e il coraggio di far giocare i giovani, accettando che possano sbagliare, perche’ solo cosi’ possono crescere.



