“Fateci ballare!” Storico organizzatore delle notti veronesi, il consigliere comunale leghista non ci sta: “Hanno distrutto il settore e tolto il divertimento ai ragazzi, favorendo le feste clandestine in casa, queste sì pericolose per la salute. Basta demonizzare chi lavora seriamente!”. Poi l’annuncio: “A breve il via al parco della cultura urbana in via Galliano”

E’ conosciuto come “Ma­cario” e nella videointervista a “Vr2022-Domande-Ri­sposte” spiega col sorriso il perché. Andrea Velardi, da vent’anni organizzatore di eventi in città e provincia, diventa però serissimo quando si tratta di parlare della situazione in cui si trovano le discoteche. Da una parte dell’opinione pubblica e degli or­gani d’informazione ven­gono dipinte come luoghi demoniaci, di sballo e contagi. E però dietro a questo inferno, come viene dipinto, ci sono professionisti preparati e migliaia di famiglie. Le discoteche riapriranno a luglio, pare. Sì: ma con quali regole? Mascherine obbligatorie, vietato bal­lare e toccarsi, pare: e dunque che senso ha an­darci? “Se potessi riaprire un locale al 30% della capienza non lo farei”, dice Velardi, “troppe spese, pochi incassi, non avrebbe senso”. Poi l’accusa: “E’ chi ha favorito le feste in casa, imponendo restrizioni per un anno, ad aver agevolato il contagio. E’ in clandestinità che ci si ammala, e non nei locali, ovviamente a patto che siano controllati e gestiti da professionisti”. Uno dei primi a ripartire, a Verona, è stato l’Amen, sulle Torricelle, gestito proprio da Velardi: “Non si balla”, spiega, “ma si può mangiare e bere con la musica. Sfruttiamo al massimo lo spazio all’aperto, e dentro, anche se si potrebbe, non consentiamo la consumazione al banco”. Velardi fa poi un annuncio: “A brevissimo dovrebbero cominciare i lavori per la realizzazione del Parco della Cultura Urbana, in via Galliano, 4 mila metri quadrati di area degradata che verrà restituita ai veronesi, con particolare attenzione ai disabili”. “Troppi cambi di casacca in Consiglio comunale? Io però non mi sento chiamato in causa…”. Tutto nella videointervista.