“Ferito’’ l’Angelo della Resurrezione La statua era stata curata a cavallo degli anni duemila. Danni causati dal tempo

AGEC ha già assegnato questa mattina i lavori di ricognizione ed eventuale rimozione (con conservazione) di elementi staccati o disgregati del braccio sinistro dell’Angelo della Resurrezione che, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato interessato dal crollo di una porzione di pietra. I Vigili del Fuoco di Verona, intervenuti su segnalazione della Polizia Municipale, e i tecnici AGEC hanno immediatamente posto in sicurezza l’area sottostante la statua. Fortunatamente, per il crollo non si sono registrati danni a cose o persone.
Allertata immediatamente anche la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza con la quale verranno stabiliti tutti i successivi interventi di restauro. La statua dell’Angelo – così come quelle della Storia e della Giustizia, e l’intera facciata dell’ingresso del Cimitero Monumentale – era stata oggetto di una manutenzione a cavallo degli Anni Duemila, ma gli eventi atmosferici hanno evidentemente causato dei danni che non erano emersi nelle ricognizioni successive.
I lavori delle prossime ore avranno carattere strettamente provvisionale e saranno finalizzati ad evitare che la situazione contingente possa causare danni all’immobile – che è oggetto di tutela – e rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità. Il restauro vero e proprio avverrà dopo il benestare della Soprintendenza. Il pantheon Resurrecturis è l’ingresso principale del Cimitero Monumentale ed è carico di riferimenti all’architettura neoclassica. Le due facciate si rivolgono al camposanto e a ponte Aleardi: da un lato si è di fronte alla Verona dei morti e della memoria, dall’altro ci si connette con la Verona dei vivi. Sulla sommità del pantheon sono poste tre statue, l’Angelo della Resurrezione al centro, la Storia a sinistra e la Giustizia a destra: realizzate da Giuseppe Poli e Giacomo Grigolli nel 1883, le sculture furono distrutte durante la Seconda Guerra Mondiale e fedelmente ricreate da Gino Bogoni negli anni Sessanta.