Festival del Cinema Africano e oltre “My Brother, My Brother” di Saad e Abdelrahman Dnewar ha conquistato la giuria

Con una serata ricca di emozioni, condotta dalla madrina del Festival Malice Omondi, si è conclusa la 44ª edizione di Cinelà Africa Short, il concorso dedicato ai cortometraggi del Festival di Cinema Africano e Oltre. A conquistare la Giuria Internazionale, composta da Khadija Adly, Amartei Armar e Nassïm Belkaïd, tra i 20 corti in gara è stato “My Brother, My Brother” di Saad e Abdelrahman Dnewar, vincitore della 44ª edizione del GRAN PREMIO CINELÀ AFRICA SHORT. Un film che unisce animazione e riprese reali per raccontare con forza poetica il legame tra due fratelli, toccando temi universali come la separazione, la memoria e l’amore. La Giuria ha scelto di assegnare il premio al film con la seguente motivazione: “Per la sua rara potenza emotiva, per la qualità visiva e narrativa e per il modo profondamente umano in cui affronta la memoria, la separazione e il legame indissolubile tra due persone. Un film sorprendentemente accurato, dove l’intimo diventa universale. Un’opera al tempo stesso poetica e straziante, che ci ricorda che il cinema, anche nella sua forma più breve, può contenere l’infinito del cuore umano”. Assegnata anche una menzione speciale ad altri tre corti in concorso, che si sono distinti per originalità e impatto: The Yellow Plane, opera prima di Hadjer Sebata; Silent Sighs di Meriem Djebbour e L’Enfant à la Peau Blanche di Simon Panay. La giuria ha, inoltre, attribuito un riconoscimento speciale per l’interpretazione alla giovane attrice Avumile Qongqo, protagonista del corto “The Last Ranger” di Cindy Lee per la sua intensità e maturità nel rendere un ruolo complesso con grande precisione. Ad aggiudicarsi il Premio AGSM AIM “AMBIENT-AZIONE: Immaginare il futuro, custodire il presente” è “Langue Maternelle” della regista Mariame N’Diaye (Mali, Francia). La giuria, composta da studenti e studentesse dell’Università di Verona, sotto la guida delle docenti Mita Bertoldi ed Emanuela Gamberoni, ha motivato così la sua scelta: “Il cortometraggio sa trasmettere, con semplicità ed efficacia, la sfida che le famiglie migranti devono affrontare per facilitare la vita dei propri figli, in equilibrio tra la malinconia e la sicurezza di ciò che si è lasciato e le opportunità che la meta d’arrivo si pensa offra, nel più ampio quadro della sostenibilità globale”. Assegnate dalla giuria anche due menzioni speciali ai corti: “Alazar” di Beza Hailu Lemma (Etiopia) e “My Brother, My Brother” di Saad e Abdelrahman Dnewar. E sempre al corto “Langue Maternelle” è andato anche il PREMIO SPECIALE CANTÙ, decretato dal pubblico, new entry di questa edizione. La serata si è conclusa con la proiezione del corto vincitore della 44ª edizione di Cinelà Africa Short “My Brother, My Brother” e a seguire del lungometraggio fuori concorso Nawi, diretto da Toby e Kevin Schmutzler, Apuu Mourine e Valentine Chelluget. Temi centrali come la migrazione, l’integrazione, i conflitti sociali, la memoria e le tradizioni culturali hanno attraversato l’intera selezione. Particolare attenzione è stata riservata alla prospettiva femminile, testimoniata sia dalla significativa presenza di registe che dalla scelta di opere impegnate nel raccontare le lotte per l’emancipazione e i diritti delle donne.