«Le radici dell’educazione sono amare», diceva Aristotele, «ma il frutto è dolce». Chissà però che per molti ragazzi, tornati dopo 7 mesi sui banchi (alcuni con le rotelle, tanti altri no), il nuovo anno non porti con sé una rinnovata voglia di sapere, di studiare, di conoscere. Insomma, che anche l’educazione infonda un gusto gradevole. Oggi hanno ripreso la scuola 108 mila studenti veronesi. La maggioranza, soprattutto a causa dei problemi provocati dalle graduatorie digitalizzate, non conoscerà tutti i propri insegnanti prima di alcune settimane, probabilmente mesi. Un centinaio di docenti, stamattina, hanno protestato davanti al provveditorato scaligero: «Ci sono stati gravi errori nelle nomine delle cattedre», hanno sostenuto con forza, «e molti bambini non avranno gli insegnanti di sostegno». È uno dei problemi principali. A livello nazionale mancano circa 60 mila professori. In tutta la nazione, riporta il sito specializzato Tuttoscuola, 170 mila alunni non avranno l’insegnante di sostegno dell’anno scorso. È il caos, ma l’emozione della prima campanella è sempre unica: aspettative, entusiasmo, timori, malinconia delle vacanze al mare, e ora anche l’incertezza di cosa succederà in caso di quarantena, se si tornerà a fare lezioni da casa, il nastro che si riavvolge e ti riporta al freddo e al buio di fine febbraio. I genitori, a manina coi figli, hanno pianto, come sempre, davanti all’asilo e alle elementari. Le maestre erano vestite in modo strano, ricoperte da camici e con la mascherina sulla bocca, ma i bimbi sanno essere più grandi degli adulti. Il sindaco ha mandato messaggi rassicuranti: «Le maestre dicono che i bambini sapevano esattamente cosa fare e come lavarsi le mani, il che vuol dire che i genitori hanno spiegato bene ai figli come comportarsi. Ho girato per le scuole», ha aggiunto Sboarina, «e i riscontri sul traffico per l’entrata mi dicono che è andato tutto liscio, anche nelle zone in cui si pensava di trovare forte traffico. Grazie alle persone che hanno fatto tesoro degli inviti e hanno usato la bicicletta e il trasporto pubblico». Se è vero che parecchi, complice la temperatura ancora estiva, hanno usato la bici (vedremo se lo faranno anche con l’inizio della pioggia), è innegabile che gran parte degli autobus hanno viaggiato semivuoti. D’altronde Atv aveva già comunicato il calo dell’80% degli abbonamenti, e stamattina non c’è stato l’assalto alle tabaccherie per comprare il biglietto. Ciò ha provocato ingorghi e in alcune zone la paralisi del traffico. I cantieri aperti (e abbandonati) del filobus hanno aggravato la situazione. Finalmente però hanno aperto anche le scuole.