Ma a che serve, in fondo, un confine? Quando parliamo di confini viene immediatamente spontaneo pensare al concetto geografico di limite, politico o fisico, che tutti noi abbiamo conosciuto sin dai primi anni di scuola. All’incontro di Parole Alte, giovedi’ 28 agosto alle 16 nella Piazza del Festival, Marco Aime, antropologo e grande viaggiatore, con il suo Confini. Realta’ e invenzioni (Edizioni Gruppo Abele, 2023) insegna che in realta’ questo concetto e’ molto piu’ variegato, contemplando in gran parte anche tutto un mondo simbolico a cui non si pensa immediatamente ma che divide il mondo e l’umanita’ in gruppi con un’identita’ condivisa. La pelle e’ dunque un confine, parimenti lo e’ il cibo con le piu’ varie abitudini alimentari, allo stesso modo esistono confini tra generazioni, tra religioni, tra classi sociali, nella produzione artistica e letteraria e in molti altri campi dell’esperienza umana. Proseguono le proiezioni al Teatro Vittoria. Alle 10, per la sezione Retrospettiva, e’ in programma il docu-film lo sto con la sposa (Italia 2014) di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry. Un poeta palestinese e un giornalista italiano mettono in scena un finto matrimonio per aiutare cinque migranti siriani a raggiungere la Svezia. Nei panni della corte nuziale, attraversano l’Europa superando controlli e confini. Dalle 15.50, continua la visione della programmazione di FFDL+ con: Rene’ va alla guerra (Italia, Slovenia 2024) di Luca Ferri, Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa; in anteprima italiana Ibuka, justice (Canada 2024) di Justice Rutikara; Dasht mikhanad (Iran 2024) di Gita Feizi; in anteprima italiana Thu gui me (Vietnam 2024) di Ha’ Le? Die?m; Plevel (Rep. Ceca 2024) di Pola Kazak. La sezione FFDLgreen, alle 18, propone la visione del corto The ice builders (India, Italia 2024) di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro. La vita degli abitanti della remota valle dello Zanskar, in Ladakh, e’ strettamente connessa alla presenza dei ghiacciai che forniscono l’acqua necessaria alla coltivazione dei campi. Il riscaldamento globale che, anche lassu’ sta facendo ritirare le lingue di ghiaccio, pone seri problemi alle popolazioni che, riprendendo un’antica tradizione, si ingegnano a costruire stupa di ghiaccio: torri gelate per conservare la preziosa acqua. A seguire, l’anteprima italiana Protiv vetra (Russia 2024) di Tatyana Soboleva. Nelle steppe del Caucaso meridionale della Russia vivono i Nogai, discendenti dell’antica dinastia mongola dell’Orda d’Oro. Tra di loro c’e’ una donna, Gulfira, che guida la sua gente nel deserto per contrastare l’avanzata della sabbia mettendo a dimora piante di juzgun, un arbusto dalle lunghe radici che puo’ resistere alle tempeste. Una battaglia per preservare non solo l’ambiente ma anche l’identita’ di questo popolo. Alle 21, per la sezione Concorso arriva in Lessinia l’entomologa e documentarista Marianne Chaud – Lessinia d’Argento con i film Himalaya, la terre des femmes (2007) e Himalaya, le chemin du ciel (2008), premiata anche con La nuit nomade (2012) – per presentare in anteprima mondiale La route (Francia 2025). Una nuova strada nella valle dello Zanskar colleghera’ una delle zone piu’ inaccessibili del pianeta al resto del mondo. Gli abitanti hanno venduto terre e mandrie per diventare operai. Donne sorridenti lavorano sui cantieri, bambini giocano, ignari del cambiamento che sconvolgera’ la loro terra. Con la nuova strada, cosa ne sara’ dell’armonioso equilibrio conservato da millenni in questa remota regione del Ladakh, nel cuore dell’Himalaya?