Fratelli e sorelle. Le caselle da riempire sono tante Il partito della Meloni comincia a fare i conti in casa in vista del voto in autunno per la Regione. La convention veronese con Arianna, che ha in mano l’organizzazione (e quindi decide sui nomi per le liste), è servita a fare il punto della situazione

Fratelli d’Italia comincia a fare i conti in casa in vista del voto in autunno per la Regione. I giochi entrano nel vivo, i nomi per le liste pure. La convention al Crowne Plaza con Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia e che ha in mano l’organizzazione del partito è servita a fare il punto della situazione, sia nell’assemblea che soprattutto dopo, nella cena con i fedelissimi.
Innanzi tutto, si deve attendere che i leader nazionali decidano al tavolo romano a chi spetta la regione Veneto. In ballo c’è anche la Lombardia. Fratelli d’Italia rivendica la presidenza mentre i leghisti insistono che dopo Luca Zaia serve un altro presidente del Carroccio per una questione di identità e di autonomia. Ma allora se la Lega vuole il Veneto, dicono i meloniani, deve mollare la Lombardia del presidente Lorenzo Fontana e del ministro Matteo Salvini. E il ministro difenderà il Veneto o la sua Lombardia? Vedete voi e in questo bisticcio continuo, ogni tanto cerca di farsi spazio Forza Italia con Antonio Tajani che rilancia l’ipotesi di un Flavio Tosi candidato presidente.
Ma Fratelli d’Italia, primo partito in Veneto alle elezioni Europee, pensa al possibile presidente, tra il sottosegretario Luca De Carlo e il coordinatore veneto e senatore Raffaele Speranzon. Se i numeri saranno confermati anche alle Regionali, Fratelli d’Italia a Verona potrebbe eleggere tra i due e i tre consiglieri regionali oltre ad avere un paio di assessori.
E in lista potrebbero andare il vicepresidente della Provincia David Di Michele appoggiato dal coordinatore Ciro Maschio, un candidato indicato da Daniele Polato già consigliere regionale e ora eurodeputato, un candidato sul conto di Matteo Gasparato presidente del Quadrante Europa e del senatore Matteo Gelmetti, uno indicato da Massimo Giorgetti, ex assessore regionale, uno indicato dal parlamentare Marco Padovani, mentre al momento resta fermo il gruppo che ruota attorno all’ex sindaco Federico Sboarina: andrà in lista?
E in tutto questo, Zaia che farà? Lui assicura che non starà in silenzio ma che intende dire la sua sul successore. Per il suo futuro, glissa come al solito ma è molto probabile che possa entrare nel governo Meloni nel caso in cui la ministra Daniela Santanché decidesse di rassegnare le dimissioni per le inchieste giudiziarie su Visibilia e dintorni, oppure se Matteo Piantedosi dovesse essere eletto in Campania e lasciare libero il Viminale. Quindi, o ministro del turismo o dei Trasporti con Salvini al Viminale, tutto è possibile. Anche un incarico in un ente sportivo. In ogni caso di Zaia sentiremo parlare sempre e a lungo.
La Regione Veneto però è solo una delle tante caselle da riempire nei prossimi mesi. pensiamo anche alla carica di sindaco di Venezia: chi avrà la Regione non potrà avere anche la città e magari pure l’autorità portuale. E così pure se Fratelli d’Italia dovesse rinunciare alla regione a favore della Lega, chiederà come ricompensa almeno il candidato sindaco di Verona nel 2027. Con buona pace di Tosi e Forza Italia. Se invece FdI la spunterà per la Regione, Forza Italia potrà ambire alla poltrona di sindaco di Verona con il ritorno dell’ex Flavio Tosi. Alle ultime comunali Tosi batteva bandiera autonoma, non era in coalizione, e la divisione ha portato alla vittoria Damiano Tommasi con il centrosinistra. Adesso invece Tosi è organico con Forza Italia e quindi nel 2027 il tavolo nazionale della coalizione di centrodestra non consentirà che ci si presenti divisi al voto comunale. Comunque sia, ne vedremo delle belle…
MB