Ganialata veronese: sua maestà pearà nei primi “kit” da asporto post-covid Ristoranti obbligati ad adeguarsi ai tempi. Al Calmiere l’idea del “decano” Piero Battistoni

Un paio di settimane fa il go­­ver­natore Zaia ha lodato gli inventori dello spritz da a­spor­to, sottolineando che l’inge­gno veneto non cono­sce con­fini. Sottoscriviamo. Lo spritz, come lo conoscia­mo oggi, pro­­babilmente na­cque tra Ve­ne­zia e Padova, anche se la genesi non è sicura. Di certo la pearà è un’eccellenza vero­ne­se, e un genio della nostra ristorazione, Piero Batti­sto­­ni – paròn del “Calmiere” in piazza San Zeno – ha inventato il modo di im­pac­chettarla col bollito e di con­segnarla a domicilio. Si trat­ta di un “kit” da finire di pre­parare a casa, qualche mi­nuto sul fuoco, e poi oplà: lesso, cotechino, prosciutto, lingua, testina, rafano, salsa verde e sua maestà, la pe­arà. La città è piena di ma­estri della buona cucina. Battistoni è tra i decani, e però sono parecchi i risto­ratori che in questi giorni di lento e faticoso ritorno al la­voro hanno capito di dover in qualche modo reinven­tare il proprio modo di stare dietro ai fornelli. In centro così come nei quartieri i tito­lari si stanno convincendo che almeno in questi mesi estivi sarà importante limi­tare le perdite contenendo le spese di sala e puntando fortissimo sul cibo d’aspor­to. Qual­­che turista arriverà, è scontato, ma sarà la peg­gior stagione di sempre. In alcuni Stati la modalità take away va forte già da anni. In Italia, complice l’emergen­za, ci stiamo facendo l’abi­tu­dine. Non a caso anche alcuni cocktail-bar del cen­tro, i più frequentati fino allo scoppio della pandemia, hanno deciso da un paio di mesi di consegnare i pro­dotti a casa dei clienti. Ora tocca alla pearà, che non si sposa col clima estivo, e però è talmente nel cuore dei veronesi che un piatto traboccante val pure una sudata. Al limite, ma ­ri­­­­­­g­orosamente dopo aver digerito, poi andremo a rin­frescarsi al lago.

A.G.