Garonzi, telefonata a Clerici. E l’Hellas precipita in serie B Il “giallo” che a metà anni ‘70 costò la retrocessione del Verona

“Pronto, sono Garonzi”.
“Buonasera, presidente. Sono Clerici, come sta?”
E’ la vigilia di Verona-Napoli, campionato ‘73-’74. L’Hellas lotta, come sempre in quegli anni ruggenti, per aggrapparsi alla salvezza, il Napoli viaggia nella parte sinistra della classifica. Niente velleità, ma niente paura.
Garonzi e Clerici sono due vecchi amici. Il Gringo è stato un idolo di Verona, uno dei grandi colpi di don Saverio, capace di “stregare” grandi giocatori e grandi presidenti, con la forza della sua dialettica e della sua straordinaria simpatia.
“Allora, Gringo, come ti trovi?”
“Bene, presidente, ma io stavo bene anche a Verona. Vedrà che vi salvate” assicura Clerici, che sta già pensando al dopo-carriera. “Se le capitasse di pensare a una concessionaria Fiat in Brasile, si ricordi di me” gli dice Clerici.
“Sicuro” risponde Garonzi. “Ghè penso mi”.
E’ l’ora dei saluti. “A domani, presidente”.
Telefonata innocua. Magari un filo ingenua, ma don Saverio era uno “pulito”, forse pure troppo. La partita finisce 1-0 per l’Hellas, punti d’oro per la salvezza. Che l’Hellas di Cadè centra, come da copione. La “bomba” esplode poco dopo. Alla telefonata di Garonzi a Clerici aveva assistito un giornalista, che denuncia l’accaduto. Scatta immediato l’Ufficio Inchieste. Indagini, interrogatori, accertamenti. Clerici è sereno, Garonzi pure. “Mi, no ho fato gnente de mal”, dice a Giancarlo Fiumi, il segretario. “Male non fare, paura non avere”, il vecchio detto.
Il presidente viene convocato a Roma, dove Corrado De Biase, il boss dell’Ufficio Inchieste, sta tirando le fila della vicenda, nella quale s’era nel frattempo inserita la Sampdoria, occhio al particolare. La Samp era retrocessa, penultima in classifica. Davanti a lei anche il Foggia, che (in caso di retrocessione del Verona, si sarebbe dunque salvato, ma pure al centro di un episodio di tentata corruzione all’arbitro dell’ultima gara, omaggiato con orologio d’oro).
De Biase ha sottomano la cartella, ha il verbale delle dichiarazioni di Clerici, che, non avendo nulla da nascondere, aveva ammesso la telefonata di Garonzi.
Don Saverio va da De Biase da solo. Tranquillo.
“Presidente – gli chiede De Biase – è vero che lei ha yelefonato al suo ex giocatore, prima della partita Verona-Napoli?”.
Garonzi nega. E De Biase: “Lo sa che, se l’avesse fatto, sarebbe un fatto grave?”.
Garonzi: “Grave? Gravissimo”. A De Biase non sembra vero. “Allora, guardi qua…”. E fa vedere a Garonzi il verbale di Clerici. “Prima della partita Verona-Napoli, ho ricevuto una telefonata da parte di Garonzi, al quale ho chiesto una mano per una concessionaria Fiat in Brasile”.
De Biase annusa aria di “combine”, per il diniego di Garonzi. L’Hellas viene prima penalizzato di 3 punti, da scontare nel campionato successivo. Poi il ricorso della Samp. L’Hellas è condannato alla serie B “per tentato illecito”. Anche il Foggia viene retrocesso e la Samp resta (clamorosamente) in serie A. Il popolo dell’Hellas minaccia proteste, Garonzilo calma: “Tengo tutti, si torna in A subito”. Sarà di parole. L’Hellas tornerà in A l’anno dopo, vincendo lo spareggio di Terni: 1-0, gol di Mazzanti. Questa è già leggenda.