Gerda scatta, istantanee di una vita. Un metro e mezzo di sogni e orgoglio Il "letto del sabato", un libro per voi

“La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek (2017, Guanda)
“Gerda era Gerda…la gioia di vivere. Qualcosa che esisteva, si rinnovava, accadeva ovunque”. In questo romanzo, vincitore del Premio Strega 2018, Helena Janeczek svela la storia di Gerda Taro, ribelle, pasionaria, amore perduto di Robert Capa, prima fotografa caduta su un campo di battaglia, a soli 27 anni, documentando la caduta della Spagna repubblicana. Il primo agosto del 1937 un corteo funebre attraversa l’intera Parigi. Robert Capa è lì, in prima fila, distrutto. Sono stati felici assieme. Felici come lo si è soltanto in alcuni scatti, che immortalano un istante e consegnano all’oblio tutto il resto. Capa le ha insegnato ad usare la Leica, lei con la sua immaginazione ha inventato il suo nome, quello con cui il fotografo, profugo ungherese, sarà universalmente conosciuto. E insieme sono anche partiti per la Guerra di Spagna. Tante sono le persone amiche che ruotano attorno a Gerda, in questo romanzo a lei dedicato, giovani intellettuali degli anni Trenta che attraversano la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’odio nei confronti dei rifugiati, che in Francia colpiva chi era ebreo e di sinistra. “Volubile e volitiva, un metro e mezzo di ambizione ed orgoglio, sincera sino a far male”, Gerda è il cuore pulsante di questo gruppo di amici. E l’autrice la racconta così, come un motore invisibile, una corrente di energia, una folata di vento vivificante e sfuggente. Bellissima e forte da fare male, come solo certi ricordi sanno essere.

G.Tom.