Giulio e Enrico già dimenticati? Il grande giornalista e suo figlio in un sepolcro disadorno. Nel cognome manca la “M’’

Si resta sgomenti al constatare l’abbandono in cui versa la tomba della famiglia Nascimbeni nel cimitero di Sanguinetto che dimostra una rarefazione (se non assenza) di visite. Tomba semplice e grigia dove sono inumati, con altri parenti, i noti Giulio (giornalista e scrittore, Sanguinetto, Verona, 27 ottobre 1923 – Sanguinetto, Verona, 28 gennaio 2008) ed Enrico (giornalista, scrittore, cantautore e poeta, Verona, 20 novembre 1956 – Milano, 11 giugno 2019). Padre e figlio…
Anche Carla Poletti (Sanguinetto, Verona, 26 settembre 1929 – Milano, 5 febbraio 2000), moglie di Giulio e madre d’Enrico, riposa nel disadorno sepolcro dai vecchi fiori di plastica deposti chissà quando ed addirittura con una lettera del cognome di Giulio (la “emme”) mancante.
Giulio Nascimbeni, assunto dal quotidiano “L’Arena” di Verona nel 1958, firmò in seguito per il “Corriere d’informazione” e, soprattutto, per il “Corriere della Sera”, accanto a nomi illustri tra cui Eugenio Montale (di cui divenne il solo biografo autorizzato). Fu anche direttore responsabile di “Storia Illustrata” e della “Domenica del Corriere”. La letteratura costituì il suo pallino televisivo in Rai conducendo con amabile competenza sul primo canale, dal 16 ottobre 1967 al 23 giugno 1975, il programma “Tuttilibri”.
Ricevette vari riconoscimenti (quale la medaglia d’oro per la benemerenza civica del Comune di Milano nel 1984) e presiedette e fece parte di giurie di prestigiosi premi letterari (“Strega”, “Bagutta”, “Campiello” “12 Apostoli” ecc.). I suoi ultimi anni li trascorse nella casa di famiglia assieme ad Enri-co, dopo il trasferimento da Milano a Sanguinetto. Il figlio, da ispirato cantautore, gli dedicò tre brani musicali che dimostrano forte attaccamento e grande rispetto: “Padre” (1979), “Eugenio” (2002) ed il toccante “Mio padre adesso è un aquilone” (2008).
Laureatosi in Lettere moderne e Filosofia, Enrico, a sua volta, calcò le orme del genitore dedicandosi al giornalismo dal 1985, collaborando con il “Corriere d’Informazione” ed il “Corriere della Sera” e scrivendo per “Il Giorno”, “L’Arena”, “L’Indipendente”, “Studio Aperto”, “Verissimo”, “Sette”.
Trattò casi di cronaca nera e di cronaca giudiziaria occupandosi, tra l’altro, dell’inchiesta “Mani pulite”. Fu inviato speciale in zone di guerra (in Libano, in Bosnia, in Afghanistan). Dal 2001 decise di dedicarsi con maggior slancio alla carriera parallela di cantautore. Impegnato da sempre contro qualsiasi forma di discriminazione e vittima, il 18 agosto 2018, di un’aggressione neofascista, era stato nominato Ambasciatore (Goodwill Ambassador) dell’Unicef (United Nations Children’s Fund, Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia). Da marzo 2017 dirigeva la testata web “Border On Line” del Gruppo Saman. Il sito https://borderonline.org lo cita ancora come direttore.
La moglie Pat Vetti annunciò sui social l’improvvisa scomparsa di Enrico a Milano, dov’era tornato da Sanguinetto, con “ora vola libero e a tutti manda il suo abbraccio di libertà”.
Claudio Beccalossi