Gli influencer e le relazioni parasociali. Sempre più persone instaurano rapporti con assistenti virtuali e app di compagnia

”Parasocial” è stata eletta «parola dell’anno 2025» dal Cambridge Dictionary. Significa relazione/legame che una persona sente di avere con un personaggio che non conosce personalmente o persino con l’intelligenza artificiale. Il termine parasocial implica quindi una relazione unilaterale: dove da un lato si percepisce una connessione emotiva ma dall’altro la celebrity, l’influencer o il chatbot del caso non ricambia in quanto non ”conosce”. Non si tratta di un termine nuovo perchè risale al 1956, quando i sociologi Donald Horton e Richard Wohl lo utilizzarono per la prima volta per descrivere il legame che gli spettatori televisivi instauravano con le celebrità dello schermo. Parasocial è passato da essere un termine tecnico-accademico a vocabolo impiegato nei post sui social e nelle conversazioni online. L’espressione ”parasocial relationship” (PSR) descrive questo tipo di legame relazionale. La dicitura ”parasocial grief” esprime invece il dispiacere che una persona prova quando un personaggio noto che ”conosceva” (anche se non realmente) viene a mancare virtualmente o realmente. Ma perché ”parasocial” è la parola del 2025? Sicuramente perché vi è stato un rilevante aumento d’interesse per questa tipologia di relazioni. Sempre più persone instaurano ”rapporti parasociali” con chatbot di intelligenza artificiale, trattandoli come amici, confidenti e perfino come terapie sostitutive. Questo aspetto mostra come la nostra società stia ridefinendo cosa significa essere in relazione, cosa significa essere in ”intimità” nel digitale e quali ”connessioni” contano davvero per noi. L’IA sta diventando parte del nostro quotidiano tramite l’utilizzo di chatbot, assistenti virtuali e App di ”compagnia” (friend bots) permettendoci di trascorrere del tempo piacevolmente. Le relazioni parasociali possono però influenzare la salute mentale. Se per alcune persone possono essere strumenti gestibili e piacevoli, per altre possono costituire una trappola emotiva soprattutto se vanno a sostituire i rapporti umani reali. Queste relazioni sono realizzate per simulare vicinanza e possono dare facilmente un’illusione di reciprocità, ma rimangono asimmetriche è sempre bene ricordarlo. Relazioni parasociali intense possono diventare rapidamente insane in quanto le persone investono emotivamente in soggetti che non possono ricambiare. La fiducia che alcuni soggetti arrivano a nutrire verso influencer o chatbot può portare a considerarli ”autorità” da seguire ciecamente, a considerarli figure importanti nella propria vita, dando loro un valore affettivo improprio. Il fatto che parasocial sia la parola dell’anno significa che la nostra società sta riflettendo attivamente sui legami che comporta e che non sono fenomeni passeggeri, ma qualcosa che può arrivare a ridefinire l’idea di rapporto con l’altro.