Hellas, servono punti per l’autostima Vignola: le partite contro i bianconeri a Torino sono sempre state proibitive, ma...

«Le partite in casa della Juventus sono sempre state proibitive, soprattutto per una squadra come il Verona» sono le parole di Beniamino Vignola, uno dei tanti doppi ex della sfida tra gialloblù e bianconeri. Contro la Juve a Torino l’Hellas non ha mai vinto, solo qualche pareggio e molte sconfitte. «La trasferta di Torino – aggiunge – arriva in un momento assai delicato, con solo due punti raccolti nelle ultime sette partite. Per fortuna che le vittorie delle prime due giornate hanno consentito alla squadra di Baroni di mettere da parte punti che verranno sicuramente utili. Ora, però, anche quelle dietro come Empoli, Salernitana e Udinese iniziano a fare risultato e il gap si sta piano piano assottigliando». E arrivando alla partita di sabato sera? «Se guardiamo i valori in campo – commenta – credo di non esagerare a dire che non c’è partita. I bianconeri non vivono un momento sicuramente esaltante, ma non avendo impegni internazionali, possono concentrarsi interamente sul campionato. I gialloblù proveranno a fare la loro partita. Perdere contro la squadra di Allegri ci sta, l’importante sarà comunque dare segnali positivi – conclude – anche in previsione delle successive partite, sicuramente più abbordabili, dove bisognerà tornare a fare risultato per non compromettere la stagione». Il discorso scivola anche sulle nove formazioni diverse viste in altrettante giornate. «Questo continuo cambiare – è la sua analisi – sta a significare che c’è comunque qualcosa che non va. Baroni è un tecnico nuovo e aveva, quindi, bisogno di conoscere i propri giocatori. Le alternative, comunque, queste sono. La rosa del Verona non è come quella della Juve dove cambiando gli interpreti ottieni lo stesso risultato finale. L’importante è fare punti perché solo i risultati aumentano l’autostima e la consapevolezza. Senza tutto questo diventa difficile per chiunque». DAL VERONA ALLA JUVE VIA AVELLINO Beniamino Vignola, uno dei migliori talenti espressi dal settore giovanile gialloblù, da Verona spiccò il volo per Avellino dove, dopo tre stagioni, arrivò la chiamata della Juventus. «Non sapevo nemmeno dove fosse Avellino – ricorda – ma su consiglio di Stefano Trevisanello, che ci aveva già giocato, decisi di andare. Giocai tre anni in serie A con tanti bravi giocatori che poi andarono in squadre importanti». Ne cita alcuni : « Io e Tacconi alla Juventus, Criscimanni al Napoli, Juary all’Inter». Era quella la Juve di Platini e Boniek. «Mi trovai in una squadra zeppa di campioni. Nonostante questo, però, riuscì a ritagliarmi il mio spazio, togliendomi diverse soddisfazioni, contribuendo alla conquista di due Coppe e di uno scudetto. Per me, ma credo per qualunque giocatore abbia avuto la mia stessa fortuna, aver giocato nella Juventus rimane motivo di grande orgoglio. Non capita a tutti». Dopo Avellino e Juventus, Vignola ha avuto l’occasione di tornare i gialloblù. «Quella fu una stagione sfortunata – confessa con un filo di comprensibile amarezza – che non andò come mi aspettavo. Tornai a Verona con grande entusiasmo. Giocare in Coppa Campioni con la squadra della mia città con lo scudetto sul petto era per me come coronare un sogno. La stagione, purtroppo, non andò come speravo e a fine stagione feci ritorno alla Juve. Questo resta per me un grande rammarico».

Enrico Brigi