Marcia a passo spedito il nuovo presidente della Regione Alberto Stefani, leghista, per la formazione della Giunta regionale. Sabato in un incontro con gli alleati ha dichiarato la volontà di chiudere tutto nel giro di una settimana, dieci giorni, Quindi per Santa Lucia il presidente Stefani dovrebbe portare in regalo i dieci assessorati secondo il patto pre elettorale: 5 a Fratelli d’Italia, 4 alla Lega e 1 a Forza Italia. Tenendo presente che in Giunta devono essere rappresentate tutte le province venete, quanti veronesi entreranno nella squadra di Stefani? E chi? Secondo le ipotesi più accreditate, Verona dovrebbe avere 2 assessori. Partiamo dalla casella più semplice, quella di Forza Italia. L’assessorato, come sempre dichiarato dal ministro e segretario nazionale Antonio Tajani, dovrebbe andare a Flavio Tosi, oggi eurodeputato. La conseguenti dimissioni dal Consiglio regionale consentirebbe ad Alberto Bozza di tornare a Palazzo Ferro Fini. Ma quale delega per Tosi? Si parla di Sanità (sarebbe un ritorno per lui), delega però contesa con Fratelli d’Italia, oppure di Infrastrutture, altra delega cruciale per il futuro regionale. La Sanità assorbe buona parte del bilancio regionale; per le infrastrutture c’è la nota partita della creazione di un polo autostradale veneto: la Regione vorrebbe prendere in house la gestione dell’A4 Brescia-Padova che garantisce decine di milioni di utili che consentirebbero di ripianare le perdite della Pedemontana. Inoltre la Regione gestisce anche il Passante di Mestre. Insomma, un risiko autostradale che potrebbe andare a buon fine grazie all’appoggio del Governo, sempre che l’Unione europea non fermi tutti imponendo la gara europea per la concessione dell’A4. In ogni caso, Forza Italia reclama un assessorato di prima fascia. Ma sulla partita delle infrastrutture si fanno avanti anche altri. E così entriamo in casa Lega. La delega era stata ricoperta dalla veronese Elisa De Berti, riconfermata alla grande con oltre 14 mila preferenze. Non è un mistero che sia lei che la Lega vorrebbero continuare a occuparsi di infrastrutture. Solo che per De Berti è scattato il limite dei due mandati da assessore, limite previsto dalla legge: «Non possono essere nominati immediatamente assessori coloro che hanno svolto ininterrottamente la carica per due mandati consecutivi», recita l’articolo 6, comma 3 della legge regionale 2015 modificata nel 2012.
Fratelli d’Italia deve risolvere i rebus. A Verona ha eletto solo due consiglieri (Ruzza e Leso) e sono entrambi al primo mandato
La modifica è possibile, come dice anche il segretario provinciale della Lega Paolo Borchia, solo che serve un voto del Consiglio regionale. Un bel rischio: nel frattempo Stefani che fa, lascia un posto vuoto in Giunta? E se la votazione della modifica «ad personam» non venisse approvata dal Consiglio? Insomma, sarebbe un percorso molto insidioso. Altra ipotesi, visto che il presidente Stefani ha sempre detto che privilegerà l’ingresso in Giunta di persone che abbiano esperienza di amministrazione locale, è che venga scelto qualcun altro anche se è difficile che chi è al primo mandato (come Pressi sindaco di Soave) possa entrare nell’esecutivo. Gli altri veronesi eletti con la Lega sono Filippo Rigo e Stefano Valdegamberi sostenuto da Vannacci. Ma è la compagine di Fratelli d’Italia che dovrà prima di tutti sciogliere alcuni rebus che poi daranno il via libera alla composizione finale del puzzle anche da parte degli alleati. Verona ha eletto solo due consiglieri, Diego Ruzza (Polato) e Anna Leso (Verona Domani-Gasparato) entrambi al primo mandato. Un loro ingresso in Giunta appare molto difficile. Resta sempre invece in pole position l’ex assessore regionale Massimo Giorgetti che, pur avendo affisso i manifesti per la campagna elettorale (il suo slogan era Presente!) si era ritirato dalla corsa su invito dei vertici nazionali per non sottrarre preferenze ad altri (rimasti poi comunque fuori come David Di Michele) e con la garanzia che sarebbe rientrato in Giunta come esterno. Giorgetti ha rispettato le consegne, ha cercato di girare i suoi voti su Serena Cubico e adesso attende il rispetto degli accordi. I suoi rapporti personali e diretti con Giovanni Donzelli (responsabile nazionale dell’organizzazione del partito) e con Arianna Meloni, (sorella della premier e capo della segreteria politica di FdI), daranno frutti concreti? Anche per lui, in caso di ingresso in Giunta, un assessorato di prima fascia, magari l’Agricoltura in collegamento diretto con il ministro Lollobrigida per una filiera targata tutta FdI. Tra pochi giorni, si vedrà.



