I costi di produzione pesano sul settore. Rincari e siccità: annata no per la frutta Molti produttori procederanno con l’espianto di alberi di pesche, susine e pere

Siccità, rincari e crollo dei prezzi. Va in archivio un’altra annata no per la frutticoltura veneta, che segna qualche dato soddisfacente sul fronte della qualità e della produzione ma, in generale, vede la campagna compromessa sia dall’ondata di caldo eccezionale durante l’estate, sia dai costi di produzione andati alle stelle. “Negli scorsi anni avevamo avuto problemi legati soprattutto alla cimice asiatica e alle gelate primaverili – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Veneto -. Quest’anno, invece, il nostro nemico è stato il caldo, che ha comportato la produzione di frutta di piccoli calibri, e quindi pagata a prezzi di mercato piuttosto bassi, a fronte dei costi energetici che si sono moltiplicati, così come quelli dei concimi e dei fitofarmaci. I meloni erano partiti bene, ma il prezzo è velocemente crollato, a causa dell’eccesso di offerta. Pesche, albicocche, pere, mele, susine e albicocche hanno sofferto la sete e le alte temperature, con cascola e frutti piccoli, pagati molto poco. A questo vanno aggiunte le tempeste e la grandine, che hanno causato il “cracking” delle mele estive, mentre un po’ meglio è andata con le mele autunnali e i kiwi, favoriti dalle ottime temperature autunnali. In generale, però, le aziende frutticole vivono una situazione di sofferenza a causa di un susseguirsi di annate gravate da problemi meteo e di mercato. Tanto che anche quest’anno molti produttori procederanno con l’espianto di alberi che stanno causando la perdita di produttività delle imprese, come pesche, susine e pere”. Confagricoltura, con il suo presidente della Federazione nazionale frutticoltura, Michele Ponso, chiede azioni immediate da parte del governo e dell’Europa per sostenere le aziende, a partire da misure urgenti come indennizzi, strumenti di sostegno al reddito e alla liquidità e interventi per alleviare i costi di produzione, ormai insostenibili. “Servono detrazioni fiscali per calmierare i prezzi dell’energia e interventi tempestivi per ridare competitività al settore – rimarca Aldegheri -, accelerando sulla ricerca scientifica. Chiediamo anche aiuti per l’espianto e il reimpianto delle piante e la moratoria sui mutui, oltre a un tavolo frutticolo nazionale permanente per affrontare lo stato di crisi e puntare al rilancio del comparto”.