I GIALLI de “La Cronaca”. Garonzi telefona e l’Hellas va in B L’incredibile retrocessione a tavolino, Estate 1974

“Presidente Garonzi, lei sa che se avesse davvero telefonato al suo ex giocatore Clerici, sarebbe un fatto grave?”. Corrado De Biase aveva il suo teorema da dimostrare e aspettava soltanto la risposta di Garonzi. “Grave?” rispose il Presidente. “Gravissimo”. A quel punto, Corrado De Biase schiacciò il tasto del registratore. E si sentì, registrata, la telefonata di Garonzi a Clerici, vigilia di Verona-Napoli. Era la “prova provata”, secondo De Biase, che Saverio Garonzi aveva cercato di corrompere Gringo Clerici. IL FATTO. Vigilia di Verona-Napoli, un sabato che sembra normale. Saverio Garonzi vuole salutare Sergio Clerici, centrattacco del Napoli, suo ex giocatore che gli aveva chiesto un aiuto per aprire una concessionaria Fiat in Brasile. La telefonata è tra due amici, nessun altro scopo. Perchè, diciamolo, se davvero ci fossero state idee diverse, come sostengono all’Ufficio Inchieste, certamente don Saverio non avrebbe chiamato Clerici alla vigilia. Certo, è un’ingenuità, che non avrebbe conseguenze se la telefonata non fosse stata ascoltata (e poi pubblicata) da un giornalista napoletano LE INDAGINI. Prendono il via da un esposto del Foggia, terz’ultimo e dunque retrocesso (il Verona s’era salvato, quart’ultimo), presentato al Procuratore federale De Biase. Garonzi smentì al primo interrogatorio di aver telefonato a Clerici, malo stesso Gringo e l’allenatore Vinicio confermarono poi la telefonata. “Retrocessione immediata in B” la richiesta di De Biase. Che, nel frattempo, aveva valutato anche la posizione del Foggia, a sua volta inquisito per un “tentativo di corruzione” ai danni dell’arbitro (offerto un orologio d’oro, rifiutato e denunciato) prima della gara col Milan. LA CONDANNA. Il 20 giugno la Commissione Disciplinare condannò Hellas e Foggia a 3 punti di penalizzazione da scontare nel campionato successivo. Il Verona pensò di averla passata liscia, ma non fu così. De Biase e la Samp, a sua volta interessata perchè penultima, presentarono ricorso. Il 20 luglio, la Caf ribaltò il primo grado e condannò alla B Verona e Foggia. A nulla servirono le proteste della piazza e una successiva memoria presentata dai legali del Verona. Garonzi vennesqualificato per tre anni, ma promise alla città di riportare subito il Verona in serie A. La squadra fu confermata in blocco. E un anno dopo tornò in A. Don Saverio aveva mantenuto la promessa.