I gol di Henry salvano capra e cavoli L’attaccante francese è ormai sulla via del pieno recupero. Ha giovato il cambio tattico

Il Verona non sa più vincere – il successo manca sempre dalla seconda giornata – ma per la terza volta consecutiva raccoglie un importante pareggio, conquistato sempre partendo da una situazione di iniziale svantaggio. Contro la Lazio Marco Baroni ha confermato l’undici di Udine con l’unica variante di Serdar nell’inedita posizione di trequartista, scelta che ha destato qualche giustificata perplessità. Andata sotto con una pregevole rete di tacco firmata dall’ex Zaccagni e in palese difficoltà davanti alla miglior capacità di palleggio della formazione biancoceleste – 78% il dato di possesso palla della squadra di Sarri nell’arco dei novanta minuti – la squadra gialloblù ha avuto il merito di rimanere in partita. Alla prima occasione, in maniera se vogliamo un pizzico causale, è arrivata poi la marcatura di Henry che ha sigillato il risultato finale, per la gioia di Baroni e degli oltre 28 mila del Bentegodi, tutto esaurito in occasione dei festeggiamenti per il suo 60esimo compleanno. COSA HA FUNZIONATO Le cose migliori della gara contro la formazione biancoceleste sono state senza dubbio la seconda marcatura consecutiva di Henry – valsa altrettanti pareggi – e la prova di carattere disputata dalla squadra che, approfittando anche di una Lazio inaspettatamente narcisista e incapace di chiudere il match, ha tenuto in piedi il proprio fortino, conquistando un punto di indubbia rilevanza, per la classifica ma anche e soprattutto per l’autostima. L’attaccante francese, oramai sulla via del pieno recupero, ha salvato ancora una volta capra e cavoli, con una rete da vero opportunista, utilizzando il basso ventre per spingere in rete un destro strozzato di Suslov. La squadra, invece, ha mantenuto sempre alto il livello di concentrazione facendo vedere che sa anche tirare fuori gli attributi, quando serve. Si conferma giusto, infine, il cambio di modulo operato da Baroni che ha deciso di spedire in soffitta il tanto apprezzato 3-4-2-1. La squadra ha ritrovato vitalità e sufficiente equilibrio. Quelli che fino a ora erano mancati. COSA NON HA FUNZIONATO La delusione più cocente è stata prestazione di Duda. Il centrocampista slovacco, solitamente sopra la sufficienza, è incappato in una gran brutta giornata. La sua è stata una prestazione condita da errori di appoggio e in impostazione, con l’aggravante di un’ingenua espulsione per somma di ammonizioni che ha lasciato la squadra in inferiorità numerica nel concitato finale. Un piccolo appunto, però, va rivolto anche a Baroni, che ha scelto di tenere in campo il giocatore che già poco prima era andato molto vicino al secondo cartellino giallo. Dopo quindici giornate, comunque l’aspetto che merita di essere maggiormente attenzionato, è la mancanza di gioco. Si tratta di una situazione figlia di diversi fattori, tuttavia anche contro la Lazio è apparso evidente come la strada per arrivare a raggiungere una propria identità di gioco sia ancora lontana dall’essere interamente percorsa. Il fatto che il tecnico, all’interno del cambio tattico, abbia utilizzato in partenza sempre una formazione diversa, utilizzando a volte giocatori in ruoli non propriamente adatti, ne è la chiara dimostrazione e non fa altro che confermare la considerazione. Ed è forse questo l’aspetto sul quale il tecnico sarà chiamato a lavorare nelle prossime settimane, confidando anche in un possibile aiuto che potrebbe arrivare dal prossimo mercato di gennaio. Risultati permettendo, naturalmente. Enrico Brigi