I magnifici 7. Cominciate le grandi manovre per le elezioni comunali Il favorito, come da tradizione, è il centrodestra, che al momento sta pensando soprattutto a Massimo Giorgetti, Paternoster e Polato, anche se non è assolutamente da escludere la ricandidatura di Sboarina. Sull’attuale maggioranza pesa la candidatura di Tosi, che qualcuno vorrebbe disinnescare con Venturi. Mentre Damiano Tommasi fa sognare il Pd

Il Covid ferma tutto tranne la politica, e infatti a Palazzo Bar­bieri sta entrando nel vi­vo la discussione sulla prossima campagna elettorale cit­­­tadina. Si voterà, sulla car­ta, tra maggio e giugno dell’anno prossimo. I rapporti di forza, oggi, alla luce dei risultati delle elezioni regionali e degli ultimi accadimenti cittadini, sono diversi rispetto al 2017. La Lega non è più padrona assoluta della città, Fratelli d’Italia è diventato il primo partito, Ve­rona Domani vanta la pre­sidenza di enti importanti, Flavio Tosi potrà ricandidarsi, nel Pd pare esserci aria di rinnovamento, alcune liste civiche po­treb­bero prendere quota. A oggi, nonostante in Comune si fin­­ga di non sapere, i nomi caldi per la successione a Federico Sboarina sono que­sti, ammesso – ovviamente – che l’attuale sindaco decida di non ricandidarsi: una parte del centrodestra lo vorrebbe ancora in sella, un’altra spinge per l’avvicendamento. Ecco i papabili per la carica di primo cittadino:
Daniele Polato: ex assessore comunale alla Sicurezza, è stato il terzo più votato alle regionali in tutto il Veneto con circa 11 mila preferenze. È entrato da pochi mesi in Fratelli d’Italia, prima forza politica cittadina. Sperava in un assessorato a Palazzo Balbi ma gli è stata preferita Elena Donazzan, la quale vanta una lunga collaborazione col go­vernatore Luca Zaia, che pe­raltro la stima molto sul piano personale. Un anno e mezzo in Regione potrebbe essere il trampolino di lancio giusto per la corsa a sindaco. Il margine c’è.
Paolo Paternoster: la Lega l’aveva candidato per il ritorno alla presidenza di Agsm. Deputato da due anni e mez­zo, è estremamente ra­dicato nel territorio. Conosce molto bene la macchina e sa come gestire una campagna elettorale. Il Carroccio sembrava puntasse de­ciso sull’assessore al Commercio Nicolò Zavarise, prediletto dell’ex ministro e commissario della Liga Ve­neta Lorenzo Fontana. E però quest’ultimo, in Veneto, ha ceduto l’incarico.
Flavio Tosi: è il convitato di pietra degli ultimi 3 anni e mezzo. La sua opposizione a Sboarina (che Tosi spera di sfidare in campagna elettorale) è spietata. Fin dal giorno successivo alla scon­fitta al ballottaggio di Patrizia Bisinella si è messo in testa di tornare nel suo vecchio ufficio di Palazzo Barbieri. Attualmente non è so­stenuto da alcun partito e può contare solo sulla sua civica, che però ha sempre un buon bacino. Una parte di Forza Italia vorrebbe so­stenerlo. L’altra no. La Lega non lo appoggerà mai. Fratelli d’Italia, per farlo, do­vrebbe rompere con la Lega. Al momento l’unica strada possibile è una coraggiosa corsa in solitaria.
Fabio Venturi: è l’outsider del centrodestra, attualmente fuori dai giochi politici ma pronto a rientrare in pista qualora la maggioranza lo proponesse come l’anti-Tosi. Non sono pochi quell­i che vedono in lui l’unica arma capace di erodere i consensi dell’ex sindaco. Venturi, ex presidente di Agsm e direttore generale della BluVolley, si è tolto da tempo il marchio tosiano e non è in più inviso ai vertici della Lega.
Damiano Tommasi: l’ex cal­­ciatore di Verona, Roma e della Nazionale, ex presidente dell’Associazione Cal­­ciatori, non ha smentito un certo suo interesse a diventare l’alfiere del centrosinistra e neppure il centrosinistra l’ha smentito, anzi. I deputati Alessia Rotta e Diego Zardini spingono affinché sia lui il candidato sindaco. Con loro alcune liste civiche, ad esempio Traguardi di Tommaso Ferrari. Altri come Michele Bertucco non ne vogliono sapere. Al momento però per il centrosinistra Tommasi pare l’unico in grado di toccare palla, e con una campagna elettorale fuori dai classici schemi della sinistra potrebbe segnare un gol storico.
Massimo Giorgetti: è il nome “istituzionale” che circola nel centrodestra. E’ stato assessore e consigliere regionale. Conosce a me­moria i meccanismi che regolano la politica veneziana che troppo spesso negli ultimi anni ha privilegiato altre città. Vanta un ottimo rapporto con Zaia, è uno storico militante della destra e la sua appartenenza a Fra­telli d’Italia lo rende uno dei più papabili. Giorgia Me­loni intende raccogliere i frutti del lavoro in città.