Un ambizioso progetto di ricerca europeo, Bb-Rebus (Brain-Body factors mediating altered bodily representations in multiple pathological conditions), punta a svelare i meccanismi nascosti del complesso dialogo tra cervello e corpo, un rapporto che, quando si altera, può compromettere la percezione che ognuno di noi ha di sé e dei propri movimenti. A guidare questo percorso scientifico d’avanguardia sono il dipartimento di Scienze umane dell’Università di Verona e il dipartimento di Riabilitazione dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, due eccellenze italiane nel campo della ricerca neuroscientifica e clinica. Il progetto, della durata di 36 mesi, ha ottenuto un finanziamento europeo (Era-Net Neuron) di 1.354.473 euro, con 263.400 euro destinati all’unità di Verona per lo sviluppo delle attività di ricerca e analisi sperimentale. Bb-Rebus è coordinato dall’Institute of health di Sion in Svizzera, sotto la guida di Michela Bassolino, e coinvolge una rete internazionale di centri e università europee impegnate nello studio del rapporto tra cervello e corpo in diverse condizioni neurologiche. L’obiettivo centrale del progetto è indagare come le alterazioni della rappresentazione corporea si manifestano e si evolvono in patologie che compromettono la connessione tra cervello e corpo, come l’ictus, le lesioni del midollo spinale e la sclerosi multipla. Il campione di ricerca sarà composto da persone con esiti di queste patologie, e da un gruppo di controllo di soggetti neurologicamente sani. Questo permetterà di confrontare le diverse condizioni cliniche e identificare sia gli elementi comuni che sottostanno la rappresentazione corporea, sia gli aspetti che caratterizzano in modo specifico le diverse patologie. Il progetto si articola su tre obiettivi scientifici principali: descrivere e caratterizzare le alterazioni della rappresentazione corporea e il loro impatto sull’evoluzione e sul recupero dei deficit indotti dalla patologia; identificare i fattori cerebrali e corporei che determinano tali alterazioni, anche attraverso tecniche di neuroimaging e misurazioni cinematiche e muscolari; e, infine, costruire un modello unificato dei meccanismi neurali che caratterizzano la rappresentazione corporea. Il contributo dell’Università di Verona è fondamentale per la parte neuroscientifica e sperimentale, mentre il team dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, coordinato da Elena Rossato, mette a disposizione le proprie competenze cliniche e la possibilità di seguire i pazienti lungo tutto il percorso di valutazione e riabilitazione. L’incontro tra ricerca di base e ricerca applicata nella clinica rende Bb-Rebus un esempio virtuoso di collaborazione tra territorio, università e sanità. «Si tratta di un filone di studio che il dipartimento di Scienze umane percorre insieme al dipartimento di Riabilitazione dell’Ircss Ospedale Sacro Cuore di Negrar da molti anni», spiega Valentina Moro, docente di Neuropsicologia e neuroscienze cognitive e responsabile scientifico dell’unità di ricerca di Verona. «Comprendere come il cervello costruisce la percezione del corpo e come questa cambia nelle malattie neurologiche non è solo una sfida scientifica: è un passo decisivo verso una medicina e una riabilitazione più personalizzata, predittiva e umana», afferma Elena Rossato



