La politica veneta continua a vivere la sua lunga fase di stallo in attesa del voto regionale: il centro-destra è ancora in alto mare nella scelta del candidato presidente che prenderà il posto dell’uscente Luca Zaia non più ricandidabile per limite di mandati. Matteo Salvini alla festa della Lega di Oppeano ha confermato il nome già noto di Alberto Stefani, attuale segretario veneto, come candidato presidente. Nessuna sorpresa. Così come non è una sorpresa che Zaia e Salvini rivendichino ancora alla Lega la presidenza del Veneto. Ma Fratelli d’Italia e Forza Italia non ci stanno e aspettano l’incontro al tavolo nazionale per decidere. Ma questo tavolo nazionale quando si farà? Da fonti vicine alla premier Meloni trapela una ipotesi concreta: il Veneto non si decide finché non è chiaro cosa accade nelle Marche dove il candidato di centrodestra Acquaroli di Fdl sfida il candidato del centrosinistra Ricci. I sondaggi danno in leggero vantaggio il primo ma la partita è apertissima. Si voterà il 28 e il 29 settembre. E allora serve il calendario alla mano. Siccome in veneto si andrà al voto il 23 novembre (ultima data utile) e le elezioni vanno convocate, come ha detto ieri Zaia, 50 giorni prima, vuol dire che c’è tempo di attendere i risultati delle Marche prima di decidere il candidato presidente del Veneto. Perché se Acquaroli dovesse vincere, Fdl avrebbe la sua Regione conquistata e potrebbe lasciare il Veneto alla Lega evitando ulteriori tensioni tra alleati. Ma se dovesse prevalere Ricci nelle Marche, allora Fdl reclamerebbe la guida del Veneto. Ecco perché quindi nulla si dovrebbe decidere prima dell’esito del voto nelle Marche. Ma non c’è solo questa variabile: a Oppeano si è capito in modo concreto che la Lega deve fare i conti con il generale Vannacci, portato alla festa leghista dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi. Ad ascoltare Vannacci si stima ci siano state tra le 700 e le 800 persone. Poi quando è arrivato Salvini non ce n’erano di più. E questo ha fatto riflettere i leghisti che sicuramente ad Oppeano si aspettavano più partecipazione (domenica sera, complice la diretta Sinner Alcaraz in tv molti tavoli sono rimasti vuoti). E Vannacci chiede propri rappresentanti nelle liste della Lega per le regionali e uno di questi potrebbe essere in Veneto proprio Valdegamberi. «Non lo so, devono parlarsi Vannacci e Salvini», dice prudente Valdegamberi. «Vannacci, con il quale ho un rapporto di amicizia da tempo, prima del suo ingresso in Lega, è stato molto contento della serata veronese. Ad ascoltarlo c’erano molte persone anche non iscritte alla Lega, lui pesca in un bacino di elettori molto ampio e per la Lega è sicuramente un valore aggiunto». Non la pensa così di sicuro il governatore Luca Zaia che vede Vannacci come un pericolo nelle liste perché porterà via posti ai leghisti. Vannacci va bene, ha detto Zaia, se fa il leghista. «Zaia non lo sopporta? L’ho letto sui giornali, non ho rapporti con Zaia», afferma Valdegamberi. Di sicuro ha una formazione tutta sua, è un militare, va controcorrente, dice le cose in modo chiaro, con la schiena dritta e per questo mi sono trovato in sintonia con lui su molti temi, come il fatto che la Russia non sia un pericolo per noi, che noi non dobbiamo investire ancora nelle armi togliendo risorse a settori più importanti e così via. Vedremo…». Già, intanto sempre ieri Zaia non ha nemmeno confermato che farà il capolista della Lega in tutte le province. Per oggi, si va avanti sbandierando il nome di Stefani, domani chissà cos’altro si inventeranno.