I saldi ufficiali bypassati dal web E anche dai grandi marchi. Budget simile al 2024: spese previste tra i 168 e i 228 euro

È tempo di saldi estivi, che partono sabato 5 luglio. Una recente ricerca sui consumi estivi, al consueto realizzata da Confcommercio Veneto con Unioncamere del Veneto, ha evidenziato che, su 600 intervistati in tutta la regione, l’8% dichiara che spenderà di più dell’anno scorso; il 64% uguale; il 28% meno. Il budget è sostanzialmente sovrapponibile a quello del 2024. La spesa media sarà di 228 euro per l’abbigliamento, 182 per le calzature, 168 per borse e accessori. Il 69% acquisterà nei negozi fisici, il 31% on line. Prevalgono i negozi in periferia, 63%, rispetto ai centri storici, 37%. Negli acquisti le scelte saranno dettate più dalla qualità del prodotto scelto, 60%, che dallo sconto praticato, 40%. Un periodo utile al commercio “Mancano poche ore: detta così – dichiara il presidente di Federmoda Confcommercio Veneto Riccardo Capitanio – sembrerebbe che stiamo tutti aspettando lo sparo dello starter di sabato 5 luglio. In verità, i negozianti ligi alla norma quando sentiranno lo sparo, prenderanno atto che colleghi meno ligi hanno già fatto tre giri di pista”. L’atletica leggera come metafora aiuta a sorridere, ma non risolve una delle questioni che, ad ogni stagione, si ripresenta con sempre maggiore vigore: i saldi ufficiali vengono by-passati dal web, innanzitutto, ma anche dai grandi marchi e, infine, anche dai negozi fisici. “Qui non si getta la croce addosso a nessuno – continua Capitanio – perché le dinamiche delle imprese sono tante e tali che solo chi deve fare i conti con la cassa giornaliera sa perché fa certe scelte. Di sicuro non serve né chiedere improbabili spostamenti delle date in avanti (se già adesso in tanti disattendono quelle attuali, come si può pensare che si possano uniformare a quelle di “lungo corso”?), né sperare che i controlli possano sortire qualche effetto. Può essere che ci scappi un verbale, ma non è quello che cambia la sostanza delle cose”. I saldi vanno mantenuti Questo non significa che i saldi vanno aboliti. “No – è categorico Capitanio – i saldi devono restare, però dobbiamo convincerci che, essenzialmente, sono un momento di marketing. Checchè se ne dica, soprattutto per i negozi di vicinato, i saldi sono il più grande spot a costo zero. Ci sono studi che confermano come un cartellino barrato di rosso sul prezzo pieno e con il prezzo ribassato bene in evidenza, sia un forte stimolo all’acquisto, per cui perché mai dovremmo rinunciare ai saldi?”

Le regole

Per quanto riguarda la tutela del consumatore, Capitanio ricorda che ci sono cinque “regole di ingaggio” chiare da seguire per dei saldi chiari e sicuri. 1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo; 2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante; 3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless; 4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo; 5. Indicazione del prezzo: obbligo di indicare il prezzo normale di vendita (tenendo conto che va indicato il prezzo più basso applicato alle generalità dei consumatori), lo sconto e il prezzo finale.