I videogiochi non sono di per sé dannosi, e se ben selezionati e utilizzati in modo opportuno possono offrire stimoli cognitivi, socialità e divertimento. Un loro uso eccessivo può essere, in alcuni casi, il segnale di un malessere psicologico sottostante. Sarebbe perciò importante consultare uno psicoterapeuta per valutare la situazione e individuare il percorso di cura più adatto, ricordando che l’intervento precoce può aiutare a prevenire conseguenze più gravi. Il videogioco può essere infatti una sorta di amplificatore di ciò che il soggetto vive e divenire pertanto l’esternazione di un disagio. ll videogioco, in queste situazioni, può diventare una forma di fuga inconsapevole dal reale o un modo per fare fronte a vissuti negativi. Il soggetto, clinicamente non seguito, può utilizzare il gioco come tentativo di autocura (così come può “scegliere” altre rischiose “coperte di Linus” come ad esempio sostanze e alcol) cercando in lui un equilibrio che non trova nella propria realtà. Naturalmente tale via non risulta essere terapeutica, anzi nel tempo può causare ulteriori problematiche e peggiorare il quadro clinico. Diversi studi indicano infatti che trascorrere molte ore davanti a uno schermo possa incidere negativamente sulla salute psicofisica della persona. Alcuni studi evidenziano correlazioni tra la scorretta postura mantenuta giocando e sofferenze muscolo scheletriche. Altri studi sottolineano un rapporto tra il giocare in modo eccessivo, la sedentarietà e l’insorgere di obesità nei ragazzi. Altre ricerche, indicano che il forte contrasto di luminosità presente nei videogames potrebbe causare una sovra-eccitazione delle cellule nervose, con scariche simultanee da parte dei neuroni capaci di indurre convulsioni in bambini con epilessia fotosensibile. Alcuni studi hanno documentato un’associazione negativa tra tempo trascorso davanti a uno schermo e le performance scolastiche. Il motivo di questa associazione risiederebbe nell’idea che i videogiochi sottraggono tempo prezioso ad altre attività più educative. Recenti ricerche hanno correlato l’uso di videogames con problemi nell’attenzione e in alcune abilità correlate come impulsività, il self-control, le funzioni esecutive e il controllo cognitivo. Altri studi, sostengono l’ipotesi che l’esposizione a contenuti violenti, insiti in alcuni videogiochi, possano aggravare la frustrazione, stimolare emozioni negative, accrescere comportamenti aggressivi, desensibilizzare alla prepotenza, diminuire l’empatia e il numero di comportamenti pro sociali. L’uso smodato dei videogiochi può determinare maggior isolamento sociale, aggravare sbalzi d’umore e ansia. Anche il ritmo sonno- veglia può subire un impatto negativo e possono manifestarsi Disturbi del sonno in quanto la luminosità degli schermi tende a sopprimere la melatonina, ritardando l’avvio del sonno. Giocare poi, fino a tarda notte, genera insonnia, difficoltà al risveglio e affaticamento diurno. Vi è la possibilità infine di incorrere nel “Gaming Disorder” una Dipendenza comportamentale classificata dall’OMS nell’International Classification of Diseases (ICD‑11).
Sara Veronica Rosa, psicologa e psicoterapeuta