Il “caso Amia” tiene sempre banco Sulla maggioranza di Palazzo Barbieri incombe sempre il “caso Amia”

Sulla maggioranza di Palazzo Barbieri incombe sempre il “caso Amia”. Ad accendere il faro sono stati proprio tre esponenti del centrodestra. I consiglieri comunali Mauro Bonato (Gruppo misto) e Massimo Paci (Verona Domani), primi firmatari della delibera sulla sospensione del project financing di Amia, hanno illustrato la loro posizione sul futuro dell’azienda, alla luce della notizia di un presunto parere legale richiesto dalla Giunta comunale che boccerebbe l’affidamento diretto, obbligando la società di via Avesani ad una gara pubblica “secca”. All’incontro è intervenuto anche il capogruppo di Verona Domani, Marco Zandomeneghi. “Siamo sempre stati fortemente convinti della bontà e dell’assoluta necessità di procedere con l’affidamento in house del servizio di rifiuti – hanno detto Bonato e Paci – La nostra battaglia, iniziata circa un anno fa, è esclusivamente per il bene della città e per la salvaguardia di un patrimonio in termini di efficienza ed operatività di tutti i veronesi che non può essere lasciato ad incognite o a percorsi amministrativi poco chiari, a fantomatiche ed incerte gare che potrebbero metterne a rischio efficienza e posti di lavoro. A febbraio del 2018 circa un migliaio di dipendenti, numerosi consiglieri comunali di tutte le forze politiche, tutte le sigle sindacali, avevano ribadito davanti al primo cittadino e all’assessore alle Partecipate, tutti i timori, i limiti e le incertezze legati al project financing e all’ipotesi di mettere in gara il servizio oggi reso dall’Azienda, oppure metterne in gara solo una parte. I segnali ricevuti dall’amministrazione e dal sindaco sembravano essere positivi ed incoraggianti – proseguono i due consiglieri – Eravamo e vogliamo restare ottimisti, la votazione di 30 consiglieri comunali che avevano sposato lo stop al project financing e la relativa approvazione della nostra mozione ne erano la dimostrazione. Ribadiamo quindi con assoluta fermezza la nostra posizione: la trasformazione di Amia in società in house è la soluzione migliore, più sicura e certamente più fattibile in tempi e con costi di procedure sensibilmente più contenuti rispetto alle altre soluzioni ventilate. Sempre secondo autorevoli pareri legali e studi in nostro possesso, Amia possiede già i requisiti fondamentali per l’affidamento in house, il Comune di Verona inoltre avrebbe un potere di controllo sulla gestione della società più penetrante ed incisivo rispetto all’ipotesi della gara, potendo così intervenire “personalmente” nel suo operato. Ciò si tradurrebbe inevitabilmente in indiscutibili benefici per la collettività, per il raggiungimento di elevati obiettivi e standard di efficienza, produttività, economicità del servizio, nonché per l’ottimale impiego e razionalizzazione delle risorse pubbliche. Senza considerare la tranquillità dei dipendenti Amia che ne deriverebbe. La gestione in house produrrebbe inoltre una valorizzazione ed una crescita degli asset e dei valori di una società pubblica come la nostra. Ci auguriamo quindi – concludono Paci e Bonato – che tutti i gruppi consiliari facciano squadra a tutela dell’azienda e dei suoi dipendenti, sposando la nostra linea”.