Il clarinetto rende omaggio a Debussy Con Giampietro Sobrino. Dirige l’Orchestra areniana il maestro Christopher Franklin

Un sottile filo lega l’ultimo programma sinfonico di maggio con la ripresa della Stagione autunnale: il pubblico del Teatro Filarmonico può assistere al passaggio di testimone avvenuto nella musica francese di fine ‘800, dal grande “padre” Franck (nel bicentenario) a Fauré, fino a Ravel e Debussy, quest’ultimo protagonista del concerto del prossimo fine settimana, l’11 e il 12 novembre. Sono infatti due composizioni di Claude Debussy (1862-1918) ad incorniciare il 9° appuntamento sinfonico: se La Mer rimane un must per esecutori e ascoltatori, molto più raro è l’ascolto della Première Rhapsodie per clarinetto e orchestra. Scritta tra il 1909 e il 1910 con l’accompagnamento del solo pianoforte come brano d’obbligo agli esami d’ammissione al Conservatorio parigino, fu orchestrata poco dopo dal compositore stesso: pur essendo una pagina indispensabile nel repertorio dei clarinettisti, Giampiero Sobrino, prima parte dell’Orchestra di Fondazione Arena, lo esegue a Verona per la prima volta. A seguire, lo stesso solista è protagonista di una pagina contemporanea espressamente a lui dedicata: Invano morte desìo è un concerto-fantasia per clarinetto e orchestra del vivente Carlo Galante (Trento 1959). Si tratta di una composizione del 2015 ispirata esplicitamente all’assolo che apre il terzo atto dell’opera La Forza del destino di Verdi, piccolo capolavoro sinfonico incastonato all’interno di un melodramma più celebre per le prodezze richieste agli interpreti vocali. Galante porta lo spettatore nelle mente di Don Alvaro e immagina che il tema con cui il personaggio entra in scena sia il frutto di una tormentata veglia in cui ripercorre la sua avventurosa e sfortunata vita: dal dormiveglia emerge il tema verdiano, cui seguono cinque variazioni, fino alla virtuosistica coda che conclude il brano nella migliore tradizione delle pagine concertanti. Conclude il programma uno dei brani sinfonici più importanti e giustamente celebri della storia della musica: La Mer. Debussy era già noto come compositore “impressionista” grazie al (simbolista) Preludio al pomeriggio di un fauno da Mallarmé e ai Tre Notturni orchestrali. Queste aspettative, e la vetta appena raggiunta nell’opera Pelleas et Mélisande, furono deluse alla prima esecuzione ai Concerts Lamoureux del 1905. L’autore era già oltre: «Cerco di fare “altro” – diciamo delle realtà – che gli imbecilli chiamano “impressionismo”, un termine che viene usato del tutto a sproposito, soprattutto dai critici d’arte, i quali non esitano ad affibbiarlo a Turner, il più grande pittore di “mistero” che l’arte abbia mai avuto!». Così La Mer sembra una sinfonia in tre movimenti in Re bemolle, densissima di ritmi, definiti ma fugaci, e rimandi tematici, celati dall’orchestrazione finissima e luminosa come non mai: non una narrazione o una rappresentazione pittorica del mare, quanto piuttosto una ri-creazione del mare attraverso un viaggio interiore, non solo emotivo e sinestetico. Debussy amava molto il mare, felice ricordo d’infanzia, e lo ricreò con questa composizione dopo due anni di lavoro certosino: oggi è considerato un capolavoro indiscusso e ineguagliato del suo autore e dell’epoca. A dirigere l’Orchestra della Fondazione Arena nella complessa partitura è Christopher Franklin, maestro di San Francisco dalla carriera internazionale, assente da Verona dal 2006, da sempre molto attivo anche in Italia nel repertorio sinfonico tanto quanto nell’opera. Il 9° concerto debutta venerdì 11 novembre alle 20.00 (turno di abbonamento A), con un programma musicale di 60 minuti circa più un intervallo, e replica sabato 12 novembre alle 17.00 (turno B).