Il futuro del servizio idrico integrato. L’ampio programma di interventi prevede le attività per il nuovo collettore del Garda

Approvazione all’unanimità del bilancio da parte dei Sindaci e annuncio di una nuova fase di pianificazione per il servizio idrico integrato veronese. È questo il cuore dell’Assemblea dei Sindaci, avvenuta durante la quale il Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese ha illustrato l’avvio del percorso che porterà alla definizione del nuovo Piano d’Ambito, lo strumento strategico che orienterà – nei prossimi trent’anni – investimenti, interventi e sviluppo delle infrastrutture idriche su tutto il territorio provinciale. «Il 2026 vedrà l’inizio della nuova programmazione che disegnerà gli investimenti nel territorio veronese, dal lago alla montagna, dalla città alla pianura», spiega Luciano Franchini, direttore del Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese. Il futuro del servizio idrico integrato è delineato dalle più recenti direttive europee in materia di acque potabili, reflue e gestione dei fanghi. Per l’ATO Veronese queste norme rappresentano il punto di arrivo del primo grande ciclo di pianificazione, iniziato oltre venticinque anni fa. Il Piano d’Ambito, adottato per la prima volta nel 2005, aggiornato nel 2006 in occasione dell’affidamento della gestione e successivamente adeguato al decreto legislativo 152/2006 nel 2011, ha ormai concluso la propria validità. Nel frattempo, la maggior parte delle infrastrutture programmate è stata realizzata dai due gestori, Acque Veronesi Scarl e Azienda Gardesana Servizi SpA: dal 2003 al 2025 gli interventi complessivi superano gli 800 milioni di euro di investimenti. Nel corso del 2026 e, più in generale, nel prossimo triennio, ATO Veronese sarà impegnato in un ampio programma di attività legate tra l’altro alla realizzazione del nuovo collettore del Garda e all’approvazione della aree di salvaguardia delle risorse idriche e dei piani di sicurezza dell’acqua. Da ricordare le iniziative previste dal Fondo di solidarietà sociale che è stato istituito per volontà dei Sindaci dell’ATO Veronese nel novembre 2008, allo scopo di sostenere le famiglie e gli utenti del proprio territorio che si trovano in condizioni di accertata difficoltà economica e che non riescono a far fronte al pagamento delle bollette del servizio idrico integrato. Nel 2020, in considerazione delle gravi difficoltà economiche dovute alla pandemia da COVID – 19, si è provveduto a rifinanziare il fondo, potenziandolo fino a circa 517.000 euro, stanziati a bilancio anche grazie al contributo previsto dalle società di gestione. Nel periodo 2021-2025, l’ATO Veronese ha erogato ai Comuni 670.750 euro totali. Per quanto riguarda poi l’aggiornamento tariffario nel primo semestre 2026 si provvederà al primo aggiornamento biennale dello schema regolatorio 2024-2029, approvato nell’ottobre 2024. «Si tratta di interventi strategici che contribuiscono al miglioramento dell’efficienza del sistema idrico, della resilienza delle reti e della sostenibilità ambientale dell’intero territorio veronese», dichiara Bruno Fanton, presidente dell’ATO Veronese. Infine nel 2026 si proseguirà con lo studio dei diversi profili di consumo, a partire dalle utenze domestiche residenziali, con lo scopo di verificare l’adeguatezza dei diversi scaglioni tariffari ed il coefficiente familiare. Durante l’assemblea è stato inoltre riconfermato il Revisore dei Conti Carlo Errico.