Il futuro della “nuova Verona” e la sua metamorfosi urbana L’Ordine degli Ingegneri pone una serie di quesiti di attualità

Come si gestisce un fenomeno tanto complesso come quello della metamorfosi urbana? Quali sono le strategie e le sinergie da mettere in campo?
Sono questi i quesiti alla base del convegno che si svolgerà il 15 novembre, dalle 9 alle 13, nell’auditorium del Banco Popolare di Verona, durante cui si procederà all’analisi delle normative vigenti, Veneto 2050 e Sblocca Italia. Promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Verona insieme a quello degli Architetti e all’Accademia di Belle Arti, l’evento gode del patrocinio di Regione Veneto, Comune di Verona, Ance, Conf­com­mercio, Api, Confar­tigianato e Collegio dei Geometri. “Con l’approvazione della Legge 2050 dello scorso marzo la Regione si è dotata di un nuovo strumento per superare il decaduto Piano Casa sul solco della riqualificazione urbana e della rinaturalizzazione del territorio”, evidenzia il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, Andrea Falsirollo, facendo presente che si tratta di un percorso già avviato con l’approvazione della Legge Regionale sul “Consumo di Suolo” del 2017 e ancora prima con la nota Legge Nazionale denominata “Sblocca Italia” del 2014. “Il convegno si pone l’obiettivo di esplorare questi strumenti normativi per fare il punto della situazione e fornire agli addetti ai lavori, ingegneri, architetti, geometri, costruttori e potenziali committenti un quadro di applicazione il più chiaro possibile”. L’ambizione va oltre alla semplice disamina della legge, e i relatori saranno invitati a suggerire le strategie generali da seguire per governare la metamorfosi urbana tra ricerca della qualità e le esigenze di mercato. “La rigenerazione urbana è diventata il tormentone del XXI secolo”, prosegue Falsirollo. “Non può essere pensato nessun futuro senza un drastico cambio di rotta delle politiche che governano il territorio. La soluzione di problematiche come il consumo di suolo, la dismissione dei contenitori dismessi afferenti al terziario e al produttivo o la rigenerazione del patrimonio edilizio residenziale degradato della prima periferia delle nostre città non è più rinviabile. Si tratta di milioni di metri cubi di costruito che hanno perso il loro scopo originale e che affollano come scheletri il nostro territorio”. Il riferimento a Milano è inevitabile. “Milano si è recentemente dotata del nuovo Piano di Governo del Territorio, denominato “Milano 2030”, che accompagnerà la città verso i prossimi dieci anni riservando un’importanza prioritaria allo spazio pubblico, alla qualità di piazze e giardini, e puntando a far crescere gli investitori privati anche fuori dal centro città”, conclude Falsirollo. “Le regole del Piano sostengono la rigenerazione urbana soprattutto del tessuto produttivo. Non ci sono solo incentivi, ma anche penalità per chi, ad esempio, non recupera gli edifici abbandonati. Confidiamo che il convegno di venerdì possa rappresentare il primo tassello per progettare il futuro della “Nuova Verona”, mettendo in sinergia le forze sane del territorio”.