Il lavoro in carcere si apre alle imprese Il primo passo da fare sarà quello di coinvolgere nel progetto il mondo economico

L’articolo 15 dell’ordinamento penitenziario individua il lavoro come uno degli elementi del trattamento rieducativo stabilendo che, salvo casi di impossibilità, al detenuto, è assicurata un’occupazione lavorativa. Un principio che, se fosse rispettato, porterebbe ad una maggiore integrazione dei detenuti al momento del loro rientro nella società civile, evitando che tornino a commettere reati. Fino a oggi, a dare opportunità di lavoro ai carcerati sono state quasi esclusivamente realtà dell’associazionismo e del Terzo Settore, impegnate con progetti di stampo prevalentemente sociale. La nuova sfida, che vede l’Amministrazione ancora una volta in prima linea per promuovere l’importanza del lavoro come strumento rieducativo, è portare all’interno del carcere il mondo dell’imprenditoria nei suoi vari settori. Un’opportunità che porterebbe vantaggi sia agli imprenditori, grazie a significativi sgravi fiscali, sia ai detenuti che a tutta la comunità. Il primo passo da fare è quello di fare rete e coinvolgere il mondo economico: per la prima volta a livello nazionale, la Casa Circondariale di Verona ospita un incontro, promosso dalla Camera Penale veronese, che metterà in dialogo il mondo penitenziario, la società civile, le istituzioni e il mondo delle imprese. ‘Investire nella rieducazione. Come il lavoro può cambiare la vita dei detenuti e della comunità”, vedrà la partecipazione di esperti e professionisti e darà l’opportunità di visitare gli spazi produttivi all’interno delle mura dell’istituto penitenziario. Sì, una nuova sfida che l’amministrazione ha accolto con grande entusiasmo per la sua specifica particolarità di coinvolgere, per la prima volta, il mondo dell’imprenditoria e dei consulenti del lavoro, attraverso un contributo costruttivo con possibili ritorni per l’intero tessuto sociale- ha detto l’assessora alla Sicurezza, Legalità e Trasparenza Stefania Zivelonghi-. L’obiettivo è quello di creare un modello che sia vincente su vari fronti con l’obiettivo di dare dignità e possibilità di reinserimento sociale ai detenuti una volta usciti dal loro periodo di detenzione oltre che una convenienza economica generale per la comunità”. “Sono molte le persone che si rivolgono all’Ufficio politiche del lavoro dopo essere uscite dal carcere e trovano tutta una serie di riferimenti e di aiuti sia per gli aspetti di carattere sociale sia per gli aspetti di carattere lavorativo – spiega l’assessore al Lavoro Michele Bertucco-. E’ importante creare una rete anche con le imprese che ci permetta poi di dare delle risposte concrete”. “L’incontro è un’occasione per riflettere su come istituzioni, professionisti, imprese, cooperative e terzo settore possano collaborare per rendere effettiva la funzione rieducativa della pena, in attuazione dell’art. 27 della Costituzione, tramite un viaggio nelle carceri”, ha detto Paolo Mastropasqua, presidente di Camera Penale Veronese. Presenti in conferenza stampa Dario Demme, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e Annalisa Faccincani, consulente del Lavoro per il progetto Quid – impresa sociale. In Municipio il Comune ha promosso un tavolo per trovare soluzioni condivise alle problematiche che negli ultimi mesi hanno interessato la casa Circondariale di Verona.