Il messaggio della natura ci parla ora di rinascita A passeggio per la città, per scoprire luoghi, brividi, speranze

“”Non c’è luogo tranquillo nelle città dell’uomo bianco. Nessun luogo per ascoltare l’aprirsi delle foglie in primavera o il fruscio delle ali di un insetto”, diceva, a buon diritto, il condottiero nativo americano Capo Seattle, nella lettera che scrisse nel 1854 all’allora Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce.
Eppure, forse, sarebbe rimasto stupito e si ricrederebbe anche lui, se si trovasse a passeggiare nella Verona di questi giorni. Una Verona inaspettata. Complice il brio della primavera, le strade, i giardini e i balconi di Verona mostrano un’anima genuina e verdeggiante, che normalmente è sopita, o che i nostri occhi avevano dimenticato di saper cogliere. Un’anima che risponde alle leggi della natura, e non relega gli animali e la natura ad oggetto di pallido interesse. Gli animali, come sospinti da uno slancio di curiosa ricerca, si appropriano, con spontaneità, di spazi che prima non contemplavano.
E così, muovendo qualche passo per le strade, al di là di quell’immediata percezione di silente “desertificazione”, si possono scorgere immagini di vivida bellezza, palpitanti di natura. Natura che non si arrende alla necessaria immobilità di questi giorni, ed esplora una città ben lontana dal noto pullulare di caotica vita quotidiana.
Anatre che passeggiano placide ed indisturbate, su un ponte del centro storico o per le vie di Sirmione, seguite diligentemente dai loro piccolini. Una merla sceglie di covare le uova in un nido improvvisato, tra le piante su un terrazzo condominiale. I lungadige, pennellati di un verde primavera, ci abituano a colori vitali, promettendo di inebriarci con l’avvolgente profumo dei tiglio, a maggio. Per non parlare dei ciuffi di tarassaco impreziositi dai suoi caratteristici fiori gialli, che spuntano trionfanti tra le fessure dei marciapiedi, sfidando la paura di essere calpestati. Passeggiando entro i 200 metri concessi, viene naturale volgere lo sguardo verso l’alto, alla ricerca della fonte dell’unico suono limpidamente distinguibile… un gradevole cinguettio ci insegna con una melodia l’imprevedibile creatività della vita. E cosa dire del prodigio di riuscire a soffermarsi, con rinnovato interesse, su elementi paesaggistici che prima si osservavano con disincanto e disattenzione. Un gioco di prospettiva: il platano più che bicentenario dei giardini di piazza Viviani, si staglia maestoso, “conquistando” lo spazio tra due palazzi. Con la sua chioma dalle sfumature dorate sorveglia, come un “Guardiano del presente”, con la rassicurante fermezza di un nonno che ne ha viste e superate tante, diventando ogni istante più sapiente.
Una semplice allegoria del fatto che la vita “vincerà” sempre. Sono, queste, manifestazioni che parlano un linguaggio universale, quel linguaggio che ci permette di comprendere il messaggio della natura. È un messaggio che parla di rinascita.

S.T.