Paolo Farinati: Moltiplicazione dei pani e dei pesci è un dipinto ad olio su tela del pittore veronese Paolo Farinati. Si trova collocato nella parete di destra del presbiterio della chiesa di San Giorgio in Braida a Verona, di fronte alla tela La caduta della manna del deserto (opera di Felice Brusasorzi continuata dagli allievi Pasquale Ottini Alessandro Turchi) accanto al Martirio di San Giorgio di Paolo Veronese come già descritta come pala dell’altra maggiore. Paolo Farinati, (Verona 1524-Verona 1626) è stato un pittore incisore e architetto italiano di stile manierista, attivo principalmente nella natia Verona, ma anche a Mantova e Venezia. Fu figlio di un pittore titolare della propria bottega, la cui famiglia potrebbe avere avuto radici fiorentine. Contemporaneo e amico del pittore Paolo Veronese, secondo Giorgio Vasari fu istruito alla pittura dal padre e dal veronese Nicola Giolfino e, probabilmente, da Antonio Badile e Domenico Brusasorci, nonostante fin da giovane avesse adottato uno stile personale. La grande tela della moltiplicazione dei pani e dei pesci è da lui firmata e datata al 1603 e aggiunge con orgogliodi avere l’età di settantanove anni. Secondo il Giornale, il libro su cui Farinati ha annotato per tutta la vita le sue commissioni, per il dipinto ha ricevuto un compenso di 400 ducati. Il dipinto è considerato uno dei capolavori di Farinati, di chiaro stile manierista e rappresenta una moltitudine di persone nell’atto di assistere al miracolo di Gesù della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il Farinati avrebbe contestualizzato l’evento dentro la stessa città di Verona e a questo proposito lo sfondo, probabilmente, raffigura la stessa chiesa di San Giorgio, affacciata sul fiume Adige tra le barche e le antiche mura veneziane di Verona. Secondo alcuni studiosi poi, il Farinati si sarebbe ritratto nel vecchio curvo in primo piano. L’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, narrato nei Vangeli, rappresenta uno dei miracoli più emblematici compiuti da Gesù. In questo evento, Gesù trasforma cinque pani e due pesci in cibo sufficiente per sfamare una folla di migliaia di persone. La contrapposizione tra il poco cibo e le molte persone è ben messa in risalto dal Farinati nel suo dipinto. Un cesto di pane in basso a destra e un sovraffollamento su piani diversi diventano non solo un esercizio ben riuscito di pittura, ma una sorta di narrazione evangelica attraverso l’immagine. Questo miracolo non solo dimostra infatti la potenza divina di Gesù, ma anche la fede nel potere trasformativo della volontà. Il miracolo sottolinea l’importanza della fede. I discepoli, di fronte all’immensità della folla affamata, vedono solo la scarsità delle risorse. Tuttavia, Gesù vede la possibilità di trasformare quella scarsità in abbondanza attraverso la fede e l’azione divina. La fede nel potere di Dio permette di superare i limiti della realtà percepita, aprendo la strada a possibilità inaspettate.