Il piccolo Minali sognava già: “Ricordo la mia prima bici… Papà la prese con una bugia”

Quel giorno, forse, il piccolo Nicola cominciò a diventare campione. Fu il giorno in cui papà, gli comprò la prima biciclettina da corsa. Era il suo sogno, “…in casa non è che girassero tanti soldi, ma papà fece un sacrificio”.
Nicola era il terzo dei tre figli della famiglia Minali. “Mi piaceva correre, ma chi ci pensava a una vera bici da corsa?”. Un giorno papà Minali decise di accontentare Nicola. “Prese la bici, su misura
per me che ero ancora un bambino. Naturalmente la prese un po’ più grande,
giusto perchè mi durasse di più… Mi ricordo ancora, costava 140 mila lire…”.
Mica facile raccontare a mamma Minali, che aveva i cordoni della borsa, di
quella spesa per Nicola. “Così, quando il discorso finì sulla bicicletta, papà se
la cavò con una mezza bugia. Ma sì, le disse, ho preso la bici a Nicola. Ma è stato un affare, costa solo 70 mila lire…”. Mamma Minali brontolò: “Setanta mila franchi?” il dialetto rende meglio l’idea. “E secondo ti questo lè ‘n afar? Setanta mila franchi butè ia e qua non ghe nè mai…”.
Papà Minali incassò, ma tanto, pensava, sarebbe finita lì. “Invece no” sorride Nicola al ricordo. “Il peggio doveva ancora arrivare”. E arrivò il giorno in cui a casa
Minali arrivò una telefonata. “La bici è pronta”. “Partimmo, io, mamma e papà.
La mamma, probabilmente, aveva intuito qualcosa… Arriviamo dall’artigiano che
l’aveva costruita che ce la fa vedere, orgoglioso. La mamma la guarda e si lascia scappare: “Setanta mila franchi par quela bicicletina lì?”. Il meccanico la guarda e le dice: “Signora, con setanta mila franchi la de porta a casa metà…”. Immaginatevi
come fu il viaggio di ritorno in macchina. “Io contento, la mamma che brontola,
il papà che a un certo punto ferma la macchina e le dice: “Ormai la bici è nostra, se
continui così, torni a casa a piedi…”. Frammenti di ricordi: “In realtà, proprio quei sacrifici e gli insegnamenti dei miei mi hanno aiutato nella mia carriera. Se ho vinto tappe al Giro, al Tour, se ho vinto due Parigi-Tours, è anche grazie a quello che mi hanno sempre inculcato i miei: rispetto delle regole, rispetto per gli altri, umiltà. Io vorrei riuscire a trasmettere ai miei figli quello che mi hanno insegnato loro con fatica, con semplicità, con la schiena sempre dritta…”