Come evitare di cadere nella retorica raccontando Sandro Pertini, l’ultimo eroe della storia italiana del Novecento? La Mostra «Pertini. L’arte della democrazia» al M9, il Museo del ‘900 di Mestre, aperta fino al 31 agosto 2026, ci è riuscita e vi spiego perché. Era facile cadere nell’agiografia descrivendo la vita incredibile di un uomo che ha combattuto in due guerre (con una medaglia d’argento nella Prima Guerra mondiale e una d’oro nella Seconda) pur essendo un pacifista convinto. Che ha vissuto l’esilio in Francia, il carcere e il confino, con sei condanne di cui una all’ergastolo e una a morte. Che da buon socialista era contrario alla violenza ma aveva pianificato di assassinare Mussolini. E che da Presidente della Repubblica ha sovvertito le regole ingessate del ruolo istituzionale, per parlare a cuore aperto agli italiani condividendone strazi e successi. La sfida contro la retorica è stata vinta con l’arte, l’ironia e con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale. Uno dei temi della narrazione è la passione di Pertini per l’arte, che considerava uno strumento attivo di promozione etica e civile. La collezione personale del Presidente, oggi donata ai Musei Civici di Savona, è composta da ventotto capolavori di grandi artisti: da Renato Guttuso, a Giorgio Morandi, da Giò Pomodoro, a Mario Sironi ed Emilio Vedova. Mostrano la sua sensibilità moderna, aperta ai contributi dell’arte informale e astratta. Tra i quadri esposti ce n’è anche uno del grande veronese Renato Birolli. Pertini con buona dose di autoironia amava la satira, di cui spesso era bersaglio. Era ripagato dai più grandi vignettisti del suo tempo: Forattini, Andrea Pazienza, Vauro, D’Anna, Giannelli lo ritraevano sempre con affetto. Alcune di queste caricature presenti nella Mostra rimangono tuttora geniali. Come si conviene al Museo del Novecento che vuole narrare la storia del nostro paese in modo digitale ed interattivo, attraverso le testimonianze audio e video degli italiani, così anche nella Mostra dedicata a Pertini possiamo dialogare con un avatar. Una bella ragazza in uniforme partigiana risponde alle domande dei visitatori riportando le testimonianze di cinquanta voci di italiani contemporanei a Sandro Pertini. L’attualità del messaggio di Sandro Pertini è espressa in alcune sue potenti affermazioni scolpite sulle pareti della Mostra: «Alla più perfetta delle dittature, preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie». Come non riflettere su queste parole in presenza di una crescente disaffezione degli italiani al voto che peggiora le percentuali dei votanti un’elezione dopo l’altra. «La guerra è un mostro tremendo, non risolve i problemi, li crea. Fra stragi di innocenti, crea rovine e fa retrocedere i popoli. La guerra è un atto barbarico che dev’essere cancellato dall’umanità»: c’è qualcosa di più attuale di questa frase?



