Il primo paziente col cuore artificiale Decorso regolare per un 52enne veronese che ha avuto la sostituzione completa dell’organo

E’ stato dimesso una settimana fa dal reparto di Cardiochirurgia e adesso è a Lonigo per la riabilitazione, ma a breve farà rientro al domicilio. Il paziente veronese, 52 anni, è il primo in Veneto con cuore interamente artificiale Carmat impiantato lo scorso 26 marzo. A portare a termine l’intervento, durato circa 12 ore, è stata la Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, la quarta città in Italia, dopo Napoli, Roma e Milano, ma la prima presso un policlinico universitario. Decorso regolare. L’uomo aveva avuto un anno fa una cardiopatia ischemica grave, un infarto che gli ha lasciato uno scompenso cardiaco importante in continuo peggioramento e per il quale andava presa la soluzione chirurgica salvavita per consentirgli di arrivare al trapianto. Al momento del ricovero, il paziente presentava condizioni cliniche in rapido deterioramento e ipertensione polmonare. L’operazione è andata bene, così come regolare è stato il decorso nelle due settimane in Terapia intensiva Cardio-toraco-polmonare, seguito dai cardiochirurghi e dagli anestesisti, e la degenza ordinaria di altri due mesi in reparto di Cardiochirurgia. Il lavoro di molti. L’intervento chirurgico è stato realizzato con successo dalla squadra multidisciplinare coordinata dal prof Giovanni Battista Luciani, direttore Cardiochirurgia, composta dal cardiochirurgo dott Livio San Biagio, dal prof Leonardo Gottin, direttore Anestesia e Terapia Intensiva Cardio-Toraco-Vascolare, dal dott Rocco Tabbì, coordinatore tecnici di perfusione extra-corporea, Enrico Marcolungo e Serena Pedrini, giovani infermieri strumentisti in Cardiochirurgia. Questa è l’équipe che si è formata sull’impianto della nuova tecnologia, ma l’assistenza clinica anche post operatoria è stata realizzata da decine di altri professionisti sanitari: infermieri di area critica, strumentisti, medici anestesisti, perfusionisti, fisioterapisti, nurse di anestesia, tecnici di radiologia. Presenti in conferenza stampa: Callisto Marco Bravi direttore generale AOUI, Pier Francesco Nocini Rettore Università di Verona, Matilde Carlucci direttore sanitario, Giovanni Battista Luciani direttore Cardiochirurgia, Leonardo Gottin direttore Anestesia e Terapia Intensiva Cardio-Toraco-Vascolare, équipe chirurgica: Livio San Biagio cardiochirurgo, Rocco Tabbì coordinatore tecnici di perfusione extra-corporea, Emanuela Zonzini, caposala Cardiochirurgia. Dispositivo di ultima generazione. E’ un device meccanico di ultima generazione, realizzato in Francia da Carmat, che riproduce esattamente la funzione di entrambi i ventricoli del cuore naturale. E’ salvavita nel caso di persone con insufficienza cardiaca avanzata per i pazienti con scompenso cardiaco biventricolare dovuto a disfunzione del ventricolo sinistro e destro, e che sono in attesa di trapianto oppure che addirittura non sono neppure candidabili a trapianto cardiaco. Il cuore artificiale sostituisce interamente l’organo naturale attraverso un intervento complesso di rimozione in circolazione extracorporea e successivo impianto nel torace del device tecnologico, capace di generare lo stesso flusso sanguigno pulsato del cuore nativo. Il cuore artificiale, dal costo di 200 mila euro.