Il riuso della plastica si fa in carcere. Il laboratorio sarà operativo dal 2026. Verranno prodotti materiali da immettere sul mercato

Casa Circondariale a Montorio
Casa Circondariale a Montorio

Da un lato la gestione sostenibile dei rifiuti, con la trasformazione della plastica di scarto in risorsa produttiva e formativa. Dall’altro, la creazione di nuove opportunità di crescita e riscatto per le persone detenute, coinvolte in percorsi di formazione professionale, sensibilizzazione ambientale e inserimento lavorativo. Precious Plastic fonde insieme questi due aspetti in un progetto che unisce innovazione sociale, sostenibilità ambientale e responsabilità nei confronti della comunità. L’iniziativa ha come scenario la Casa Circondariale di Montorio, selezionata e finanziata dalla Fondazione Cariverona nell’ambito del Bando Sinergie che promuove forme di collaborazione tra realtà profit e non profit per generare valore condiviso sul territorio. «Questo progetto – spiega Andrea Di Fabio, dell’ufficio comunicazione di Cariverona – segue tre punti chiave della nostra fondazione: l’aspetto ambientale, con il riciclo della plastica, l’aspetto umano, la formazione dei detenuti, e l’aspetto sociale, trasformando il carcere in un luogo generativo di nuove possibilità. Precious Plastic non è solo un laboratorio di trasformazione della plastica all’interno del carcere ma è anche un prototipo di futuro perché mette in piedi una filiera che avrà capacità di reggersi nel tempo». Nel laboratorio, che sarà operativo dal 2026, verranno prodotti i materiali da immettere poi sul mercato. I detenuti potranno così acquisire competenze tecniche spendibili nel mondo del lavoro che ridaranno loro dignità, motivazione e nuove possibilità. Precious Plastic è supportato e cofinanziato dal Comune di Verona, che valuta l’integrazione dei prodotti riciclati nei programmi di rigenerazione urbana. «Questo progetto – afferma l’assessora ai Servizi Sociali Luisa Ceni – dimostra cosa vuol dire una comunità che si attiva e che lavora insieme per un unico scopo: il recupero, che può essere inteso in tante accezioni: in questo caso, la plastica che viene buttata via e che Amia recupera». Per la direttrice del Carcere di Montorio Maria Grazia Bregoli «questo progetto riassume questi fondamentali principi: nessuno viene scartato, tutti vengono valorizzati, perché saranno cittadini che torneranno nel nostro contesto sociale. Il progetto non ha solo valore di inclusione sociale ma lancia un messaggio educativo e di civiltà, perché oggi più che mai è importante fare attenzione anche all’ambiente». Il progetto, partito a settembre 2025, sta vivendo ora una prima fase di sperimentazione con la realizzazione dei primi pannelli in plastica riciclata. L’obiettivo è dare il via alla produzione interna alla casa circondariale con la primavera. Precious Plastic è il risultato di un’alleanza ampia e virtuosa, che vede coinvolte istituzioni, imprese, enti del terzo settore e realtà associative del territorio veronese, ciascuna con un ruolo fondamentale. Capofila del progetto è Reverse che con la sua esperienza decennale all’interno del carcere con la falegnameria ”Reverse In” è responsabile della progettazione e produzione dei manufatti in ottica di economia circolare, lavorando in stretta connessione con i fornitori, i progettisti e il personale detenuto. A supportare con attività formative e a cofinanziare il progetto insieme al Comune, è Amia. Il progetto coinvolge inoltre Meg Srl, eccellenza veronese nel trattamento dei rifiuti che condividerà il proprio know-how tecnico per garantire l’alta qualità del materiale rigenerato contribuendo in maniera determinante all’efficienza della filiera e fornirà la plastica da avviare al riciclo. Sono inoltre coinvolte nel progetto Giracose Odv, che con la sua esperienza nella lavorazione artigianale della plastica sta collaborando a questa prima fase iniziale del progetto testando e sviluppando tecniche di trasformazione del materiale, la fondazione Edulife Ets che curerà i percorsi formativi rivolti ai detenuti, monitorando l’efficacia degli interventi e misurandone l’impatto economico e sociale, Fondazione Esodo e My Planet 2050 Aps.