Il “sorpasso” delle badanti. Un bisogno crescente Hanno destato stupore gli ultimi dati Inps sulle assistenti familiari. Per la prima volta il numero delle colf è inferiore: 5.955 contro 6.978. Il Veronese ha anticipato i tempi. Qui sono cresciute anche le fasce di età. E i conti per l’assistenza non tornano

Hanno destato stupore gli ultimi dati Inps sulle assistenti familiari: per la prima volta a livello nazionale si verifica il superamento del numero delle assistenti alle persone non autosufficienti (cosiddette badanti, che al 31.12.2024 sono 413.161) rispetto alle addette alle attività domestiche (cosiddette colf, 404.242 sempre nel 2024). Il “sorpasso” avviene in un contesto di sensibile riduzione dei posti di lavoro regolari registrati (817.403 nel 2024 contro gli 840.439 nel 2023) che dipende certamente dal dilagare del lavoro nero, ma anche da una riduzione reale della disponibilità a svolgere questo lavoro: ormai il 50% delle badanti ha dai 55 anni in su, perché sempre meno giovani, anche tra gli stranieri, sono disponibili ad intraprendere questo mestiere. Ma come vanno le cose a Verona? Nella nostra città il “sorpasso” si è verificato da molto tempo: una volta nel 2018 e un’altra volta nel 2022. Al 31.12.2024 le badanti sono 6.978 e le colf 5.955, per un totale di 12.933 assistenti famigliari, in riduzione rispetto alle 13.244 del 2023. Anche nel veronese, le fasce di età che sono cresciute maggiormente tra le badanti sono quelle dai 55 anni in su. Le lavoratrici ultra 65 enni, per esempio, sono cresciute da 155 del 2015 a 954 del 2024; nella fascia 60-64 anni, da 573 del 2015 a 1.248 del 2024; nella fascia 55-59 anni da 1.045 del 2015 a 1.405 del 2024. Se guardiamo alle settimane di lavoro dichiarate, si nota che soltanto il 30% delle badanti – contro quasi il 60% delle colf – risulta lavorare tutto l’anno (50 o 52 settimane). Tali movimenti indicano il crescente bisogno di assistenza alle persone non autosufficienti e che, comunque la si guardi, i conti non tornano: su un bacino potenziale stimabile di almeno 60 mila anziani non autosufficienti, nel veronese risultano 7 mila badanti, 5.700 circa posti letto nelle Rsa; circa 2 mila persone assistite a domicilio. Il bisogno di assistenza agli anziani è così forte e pronunciato che in molte parti del Paese le indagini rilevano spesso un “ritorno” delle giovani donne al lavoro di cura non retribuito. “Questi dati confermano che il carico dell’assistenza alle persone non autosufficienti è sulle spalle delle famiglie che non vengono aiutate a sufficienza” è il commento di Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona. “Ad esempio in fase di dichiarazione dei redditi, il sostegno economico in termini di detrazioni è assolutamente insufficiente. E’ necessario un grande intervento sull’assistenza domiciliare sotto tutti i punti di vista: sostegni economici; incentivi fiscali; potenziamento della rete di servizi territoriali”. “È pertanto necessario leggere questi dati con grande preoccupazione perché il bisogno di assistenza con gli anni avrà una crescita costante e moto forte – conclude Filice –. Considerando che già adesso è problematico trovare persone che svolgono questo lavoro gravoso, bisogna mettersi nell’ordine delle idee che con il cambiamento dei flussi di immigrazione, la disponibilità da parte dei lavoratori e lavoratrici stranieri è destinata a contrarsi ulteriormente”.