Il traforo in cerca della strada diagonale. Rivisto il progetto storico della mediana e il prolungamento della 434 Transpolesana

L’Associazione Giuseppe Barbieri ha presentato il progetto Traforo 2027 che riassume le proposte elaborate in un anno di lavoro sul riassetto viabilistico della città di Verona. Il titolo «Traforo 2027», dicono gli organizzatori esprime sfiducia nella possibilità che queste proposte vengano accolte dall’Amministrazione in carica che fino ad ora non ha mai accettato le offerte di dialogo dell’Associazione. Presente il presidente Gian Arnaldo Caleffi, il consulente Tullo Galletti, la socia coautrice del progetto Maria Cristina Sandrini e numerosi soci dell’Associazione, presente anche a nome del Comitato dei Sindaci per il traforo il Sindaco di Grezzana Arturo Alberti. Sono state illustrate le ultime elaborazioni sul progetto per il traforo delle Torricelle, studiato da un gruppo di tecnici, socie e soci dell’Associazione Giuseppe Barbieri, che si sono avvalsi della consulenza esterna dell’arch. urb. Tullo Galletti, che viene ringraziato per la professionalità che ha prestato. Il gruppo ha lavorato da ottobre 2024 a novembre 2025, un anno dedicato a fornire idee alla città, che ora vengono presentate in forma organica. Tenuto conto che il problema viabilistico di cui soffre pesantemente Verona vede nel traforo la sua priorità, ma non lo esaurisce, nella seconda parte dello studio si riportano le proposte per l’intera viabilità del periplo della città e per il riassetto di alcune aree decisive quali la zona sud ed il centro storico. Sono stati rivisti, attualizzandoli, alcuni progetti ormai storici, quali la strada mediana e il prolungamento della 434 ed introduciamo idee nuove, quali il BARICENTRO e la strada diagonale. Sulla scia del dibattito in corso intorno alla separazione delle carriere dei magistrati, viene proposta la localizzazione nel BARICENTRO (nella futura area del Parco dello Scalo rigenerato) del Palazzo per i giudici inquirenti, lasciando l’attuale sede del Tribunale ai giudici giudicanti, ottenendo così anche una distanza fisica tra i luoghi di lavoro delle due categorie dei magistrati. Il progetto del traforo è stato concepito con due criteri: – La modularità (prima una canna, poi eventualmente l’altra) per suddividere nel tempo gli investimenti, ma pronti a cogliere l’eventuale disponibilità finanziaria di società come le Autostrade che volessero intervenire alla realizzazione; La riduzione al minimo degli impatti ambientale, evitando la realizzazione di due nuovi ponti sull’Adige, ma riutilizzando i ponti esistenti, compreso il ponte della ferrovia di Parona, quando verrà dismesso per la realizzazione della nuova linea di AV verso il Brennero. «Il riassetto viabilistico di Verona – ha detto l’architetto Caleffi – è ormai diventato urgente, è necessario separare il traffico di attraversamento dei quartieri da quello di penetrazione». Per Tullo Galletti «la realizzazione del traforo da via Fincato alla strada T4 e del prolungamento della 434, la realizzazione della mediana e della strada diagonale completeranno la viabilità perimetrale della città. La nuova soluzione per il traforo è uno sbocco in corrispondenza di via Marsala che suddivide l’originario tracciato in due parti, consentendo anche di servire al meglio l’abitato di Valdonega».