Il “vecchio” e il bambino, APPLAUSI! Meggiorini e Kumbulla trascinano al successo le formazioni scaligere che ora guardano alla classifica e al futuro con maggior fiducia. Storie “intrecciate”...

Il vecchio e il bambino, come dice una delle più belle canzoni di Francesco Guccini. Il vecchio e il bambino prendono per mano Chievo ed Hellas per un week end da ricordare. L’Hellas liquida la Samp, il Chievo fa remuntada a Livorno e adesso la classifica induce a qualche sorriso in più e a qualche dubbio in meno. Il “vecchio” l’avrete capito (occhio alle virgolette, altrimenti s’arrabbia) è Riccardo Meggiorini. Capitano e anima del Chievo, doppietta a Livorno, nel momento più difficile, quando c’è da metterci la faccia. Il bambino, avrete capito anche questa, si chiama Marash Kumbulla, nato in Italia da genitori albanesi. Al Verona da sempre, consacrato da Ivan Juric, che tra le tante qualità , ha pure il coraggio di lanciare i ragazzi, se questi sono bravi. Ecco allora, che Kumbulla diventa titolare in serie A, grazie a Juric, che batte la Samp anche grazie ai guizzi di Salcedo, un altro ragazzino, 18 anni appena compiuti. Insomma, non ci sono solo le vittorie a regalare sorrisi. Speranze. “Merita di giocare, e se uno merita di giocare, perchè deve star fuori?” osserva Juric. E alla domanda: “Perchè l’ha scelto?” ecco la risposta più semplice, risposta vecchio stile, sembra uscita da un calcio che non c’è più. . “Kumbulla ha giocato perchè in allenamento il suo attaccante non fa mai gol, vuol dire che è vravo, no?” Qua non c’entrano i Gps tanto di moda, nè gli allenamenti rivisti al video, nè tante altre diavolerie che oggi sembrano indispensabili. Qua basta l’occhio (e il cuore) di un tecnico che vede senza bisogno di supporti tecnologici. Kumbulla gioca perchè è¨ bravo, punto. Se n’è accorto. Ah, dimenticavamo, Kumbulla non ha solo cancellato Quagliarella, che non è poco.. A un certo punto è salito in cielo e ha incornato la palla dell’1-0, giusto per regalarsi una festa completa. La stessa, a pensarci bene, che qualche ora prima, a Livorno, si era regalato Riccardo Meggiorini. Gol da opportunista, il primo, quello del 3-2. Gol da rigorista vero, quello del 3-3, tutto in pochi minuti. Prima e dopo, tanta sostanza, carattere, cattiveria, personalità, coraggio. Il vero Meggiorini, quello che ha fatto innamorare Campedelli e quello che sembra avviato a diventare l’erede di Pellissier. Fascia di capitano al braccio, un esempio per tutti. In­somma, il “vecchio” e il bambino si preser per mano e andarono insieme incontro alla sera”. lo dice Guccini. L’han fatto Meggiorini e Kumbulla. Un “vecchio” ragazzo che ha ancora tanta strada da fare e un “bambino” che quella strada ha cominciato a percorrerla. Tutti e due destinati ad andare molto lontano.