Continuando la nostra “passeggiata artistico-culturale” all’ interno della chiesa di San Giorgio in Braida a Verona, ci troviamo davanti alla quarta cappella di sinistra dove campeggia l’opera: “Madonna tra i santi Lorenzo Giustiniani e Zeno” (1526) di Girolamo dai Libri. Girolamo dai Libri (Verona, 1474 – Verona, 1555) dipinse l’opera nel 1526. Egli è stato sicuramente uno dei maggiori pittori della Scuola veronese del Rinascimento, attivo tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento. Sarà l’attività del padre, miniaturista di codici liturgici a procurargli il suo cognome. Girolamo riuscì nelle sue opere ad unire la tradizione della miniatura (meticolosità e cura del dettaglio) con due elementi tipici del rinascimento: l’uso del colore e la spazialità. La sua pittura fu molto influenzata da Andrea Mantegna, Giovanni Bellini e Alvise Vivarini, anche se sviluppò uno stile personale con colori brillanti, paesaggi idilliaci e grande attenzione naturalistica. Nell’opera viene raffigurata la Vergine Maria col Bambino Gesù, seduta in trono in posizione centrale, tra San Lorenzo Giustiniani (a sinistra) e San Zeno (a destra). La Madonna, come accennato, e’al centro, seduta su un trono monumentale e decorato, con in braccio il Bambino. La sua figura è solenne ma dolce, avvolta in ricchi panneggi. Il Bambino, nudo, tiene in mano un piccolo uccellino (probabilmente un cardellino), simbolo della Passione. Il cardellino in pittura ha radici profonde nella simbologia cristiana e nella tradizione iconografica europea, specialmente rinascimentale e barocca. Il cardellino è un uccellino piccolo ma ricco di significato allegorico, spesso definito “caro” proprio per il suo valore simbolico e affettivo. Il cardellino si nutre di cardi e spine, piante associate alla corona di spine di Gesù. Per questo, l’uccellino è diventato simbolo della sofferenza di Cristo e del sacrificio sulla croce. In molte opere sacre, il cardellino è tenuto in mano dal Bambino Gesù (es. La Madonna del cardellino di Raffaello). La presenza dell’uccellino è un presagio della Passione e morte futura, come un segno silenzioso ma profondo. Essendo un animale che vola, il cardellino è anche simbolo dell’anima che si libera e sale al cielo, rafforzando il legame tra dolore terreno e salvezza spirituale. San Lorenzo Giustiniani ( la figura di sinistra) fu primo patriarca di Venezia (canonizzato nel 1690), vestito con abiti vescovili, è raffigurato con un’espressione mistica e spirituale. San Zeno (la figura di destra) patrono di Verona, è raffigurato come vescovo africano (spesso con tratti scuri), con il pesce (uno dei suoi attributi tradizionali) e il pastorale dorato. Ha una presenza più monumentale e terrena rispetto all’austero Giustiniani. Sul fondo si apre un paesaggio idealizzato che fonde elementi naturali e architetture rinascimentali. Il cielo è limpido e sereno, con tonalità chiare che aumentano il senso di pace e grazia dell’opera. Il paesaggio è uno degli elementi più caratteristici dello stile di Girolamo dai Libri, che mostra qui la sua sensibilità da miniatore e paesaggista. La Madonna col Bambino in trono richiama l’iconografia tipica nel Rinascimento della Sacra Conversazione, un momento fuori dal tempo in cui i santi dialogano idealmente con la Vergine. San Lorenzo Giustiniani rappresenta la spiritualità e la riforma della Chiesa, mentre San Zeno richiama la protezione cittadina e la tradizione locale veronese.
Tiziano Brusco