Il volontariato usa l’arma dell’ironia. L’inedita campagna “cercasi umani” promossa dal CSV Il progetto si è arrichito grazie ad una ricerca dell’Università La Sapienza di Roma

Troneggia in piazza Bra dalle colonne della Gran Guardia e in molti altri punti strategici della città, si muove sugli autobus battendo anche i paesi della provincia.È lo slogan “Cercasi Umani”, scritta nera su fondo giallo, ed è il teaser della nuova campagna di promozione del volontariato ideata dal CSV, Centro di Servizio per il Volontariato di Verona; cuore e punto, al tempo stesso, di arrivo e partenza di un ampio e innovativo lavoro che coinvolge tutto il territorio. Con caratteri nuovi, celando in prima battuta le parole “sociale” e “volontariato” e mirata a incuriosire le persone, si tratta a tutti gli effetti di una campagna culturale che si concretizza in una fase di reclutamento per offrire la possibilità di cambiare le cose per sé e per gli altri. Attraverso la campagna “Cercasi Umani” e il sito di riferimento cercasiumani.org, si arriva infatti alla sezione di veronavolontariato.it in cui è possibile – e facile! – scegliere fra le tante opportunità di volontariato sul territorio a seconda delle proprie preferenze e attitudini, dei valori che si condividono e del tempo che si ha a disposizione.
In una veste nuova e con nuovi contenuti, veronavolontariato.it. è il sito che mette in connessione i cittadini con le organizzazioni di Verona e provincia.
Innanzitutto, chi cerca aiuto, poi chi vuole diventare volontario e chi vuole donare.
La campagna Cercasi Umani è frutto di mesi di lavoro in co-progettazione con una ventina di organizzazioni di volontariato, a cui nella seconda parte del progetto se ne sono aggiunte altrettante.
Attraverso un linguaggio ironico, divertente, inatteso, e per certi sensi anche irriverente, l’iniziativa vuole veicolare il messaggio che il volontariato restituisce più di quanto prende, che risponde anche ai desideri individuali delle persone che lo intraprendono, che ci si può arrivare per motivazioni personali: tanto poi la ricaduta positiva sulla collettività ne sarà ugualmente la diretta conseguenza.“Volevamo dare visibilità a tutto ciò. Questi aspetti rimangono troppo spesso silenti perché, senza comunicare, le persone che sono lontane da questi temi non avrebbero altro modo di sapere che possono contribuire e come farlo”, spiega Chiara Tommasini, presidente del CSV di Verona. “Una campagna non è mai una spesa, ma un investimento, perché c’è un ritorno concreto: in Veneto una persona su 10 fa volontariato (dati ISTAT), vogliamo aumentare questa cifra perché un volontario attivo è un valore per la sua comunità”, aggiunge la presidente.“Abbiamo voluto dedicare questa nostra campagna a chi del volontariato non sa molto, a chi non lo ha mai provato e nemmeno si è interessato ai suoi temi, peggio, a chi ha qualche pregiudizio. È pensata per chi lo farebbe solo sapendo che ne trarrebbe qualche beneficio per sé, per poi scoprirne la ricchezza e il piacere di farlo per gli altri”, elenca Cinzia Brentari, coordinatrice del CSV. Il progetto si è arricchito grazie ad una ricerca dell’Università La Sapienza di Roma.