“INDOVINA CHI… HA TRADITO SBOARINA” ELEZIONI PROVINCIALI: TUTTI NEGANO, QUINDI TUTTI SONO SOSPETTATI. ANCHE SE...

Negli anni ’80 e ’90 era in voga un gioco prodotto dalla Hasbro. Nato in Inghilterra col nome di “Guess Who?”, in Italia è diventato “Indo­vina Chi?”. È ancora in produ­zione, anche se oggi i bambini passano il tempo coi tablet e non più coi giochi di società. A “Indo­vina Chi” partecipano due giocatori: a ciascuno viene consegnato una sorta di tabellone su cui sono disposte 24 figurine che raffigurano altrettanti personaggi, disegnati in modo caricaturale, ognuno contraddistinto da diverse peculiarità fisiche e identificato dal solo nome proprio di persona. Ogni giocatore sceglie poi una venticinquesima figurina, scelta da un mazzo a par­te, che raffigura uno dei perso­nag­gi. Lo scopo del gioco è indovinare la figurina posseduta dall’av­ver­sario, andando per esclusione. “In­dovina Chi”, dicevamo, non è più di moda tra i più piccoli, ma a Pa­lazzo Barbieri è tornato prepotentemente d’attualità tra i consiglieri gli assessori, e naturalmente il sindaco. Dalla sera del 31 ottobre, quando è stato eletto per il rotto della cuffia presidente della Provincia Manuel Scalzotto – supportato, almeno ufficialmente, dall’intero centrodestra a parte l’a­la di Forza Italia che fa capo al deputato e coordinatore regionale azzurro Davide Bendinelli – è tutto un chiedersi chi abbia tradito la maggioranza votando per il rivale, Arturo Alberti, sostenuto dai tosiani, appunto da Ben­dinelli, e dai tiratori franchi. I quali, non fosse stato per l’a­sten­sione di alcuni consiglieri tra cui Michele Ber­tucco (“Ve­rona e Sinistra in Comune”), non proprio un leo­ne quando si tratta di avversare l’attuale am­mini­strazione, sarebbero riusciti nell’intento di far perdere Scal­­zotto. Il mes­saggio inviato a Fe­derico Sboarina è stato chiarissimo. Tutti negano categoricamente di avere tradito e non potrebbe essere altrimenti. I sospetti principali sono subito ricaduti sui dissidenti della Lega ca­peggiati da Mauro Bonato (Simeoni, Bocchi, Laperna) – che però secondo Radio Mu­nicipio avrebbero delle prove documentali che li scagionerebbero – sugli e­spo­nen­ti di “Ve­rona Do­mani” che fan­no riferimento al consigliere regionale Ste­fa­no Casali e al presidente del Con­sorzio Zaia Matteo Ga­sparato (Pa­ci, Rossi, Zan­­do­me­neghi), e qualcuno ha mes­so in circolazione an­che i nomi di Leonar­do Fer­rari di Fratelli d’Italia e di Gian­marco Pado­vani di “Ve­ro­na Pulita”. Nessu­no par­la, tutti giurano fedeltà all’attuale squadra di governo. La sensazione è l’ascia rimarrà sottoterra fino alle elezioni eu­ropee. Dopo­diché qualcuno po­trebbe di­chiarare guerra. Ps. Se qualcuno ha no­tizie dei consiglieri comunali del Par­tito Democra­tico ce lo faccia sapere. Sareb­be anche interessante capire chi co­manda il partito a livello locale, cosa faranno i Dem alle nu­meroese elezioni co­munali della prossima primavera, se gli onorevoli ro­mani eletti a Verona contano ancora qualcosa nella no­stra città (pensiamo di sì) o se sarà necessario un nuovo (e inutile?) direttivo, un congresso o altro perché qualcosa si sblocchi. Per il mo­mento registriamo so­lo le dichiarazioni di Elisa La Paglia, la quale definisce Bertucco “sem­pre più nei panni di assessore di Sbo­arina” e che punta il dito contro gli altri due consiglieri grillini, accusandoli con la loro a­stensione di aver fatto vincere Scalzotto.