Jerry presenta il suo show in Arena: “Sarà una doppia libidine!” “Il grande salto grazie a Cino Tortorella, il Mago Zurlì. Ci diede fiducia. Poi il Derby...”

”Mi toglierò tante libidini. Gatti a parte, ci sarà la mi­a solita band, i 70 musicisti della Verona Young Orchestra e tanti amici: Bold­i, Greggio, Cinquetti, J-Ax, Ricciarelli, Shapiro, Vandelli, Testi, Venier, Spagna, Leali, Sabrina Salerno”. Jerry Calà parla con la Stampa del suo 70esimo compleanno, compiuto il 28 giugno e che festeggerà il 20 luglio con un grande concerto in Arena. Più che una festa di compleanno, un inno all’amicizia. A partire da quella con i Gatti di Vicolo Miracoli, nata nel ”nostro liceo, il Mazzei, che aveva un teatrino. E noi faceva­mo parte della filodrammatica: prima commedie o spettacoli di satira, poi siamo passati alla musica e al cabaret. Eravamo inseparabili. Ci divertivamo e divertivamo gli altri. Finite le superiori, abbiamo l’università: tutti con scarso successo. Co­sì abbiamo deciso di partire all’aventura con quello che amavamo fare. La prima meta è stata Roma: ma non era per noi. Respinti. La nostra fortuna è stato Cino Tortorella, il Mago Zurlì, che ha fatto la magia di portarci al Derby di Milano: ci ha fatto debuttare sot­to la sua responsabilità. Andammo bene e quella fu la nostra università: allora su quel palco salivano Villaggio, Jannacci, Co­chi & Renato. C’era un Abatantuono agli esordi, con il Terrunciello. Venne la Caselli una sera: e ci scritturò per la sua etichetta”. “Tornammo a Ro­ma – prosegue Calà – prendendoci la rivincita: al Teatro Tenda per un mese con 2000 persone a sera. Passò tutta la città, produttori compresi. Carlo Vanzina fu il più veloce: ci propose subito due film.Carlo… Mi manca tanto. Fu sempre Carlo Vanzina a spingermi a staccarmi dai Gatti. ‘È te che vuole il pubblico. Tu che buchi lo schermo’. Mi mise davvero in crisi. Ma sono treni che passano una volta sola. Feci una quarantina di film, anche 3 o 4 all’anno. Ho fatto film che hanno segnato un momento e forse fatto la storia del nostro cinema: ‘Sapore di mare’, il primo ‘Vacanze di Natale’ non ancora cinepanettone, il ritratto generazionale ‘Yup­pies’, ‘Il ragazzo del pony express’, sulla disoccupazione giovanile e su un rider ante litteram. A un certo punto ho anche avuto un premio: proprio dalla critica italiana, per ‘Diario di un vizio’ di Ferreri”. A settant’anni, prosegue Calà, ”continuo a sentirmi il solito ragazzo di sempre. Un trentenne pieno di idee e progetti. Il prossimo: regista e interprete di un nuovo film. Inizierò a novembre. Però, se mi guardo indietro…Gli anni ci sono tutti: le tante cose fatte, gli eventi belli e brutti… Se i gatti hanno 7 vite, io ne ho vissute almeno 4 o 5. Certo 70 anni… Ma i 70 non sono i nuovi 50? Con il lockdown ho rischiato di andare in depressione. Ma ho una bella famiglia: l’abbiamo sfangata, facendo tante cose insieme, co­stru­endo un muro di leggerezza contro questa terribile pandemia e tutto il dolore che portava con sé. Se tante famiglie si sono sfasciate, noi ci siamo stretti ancora di più. Con mio figlio ci siamo fatti un’indigestione di tutti i classici del cinema. Risultato: ora si iscriverà al Dams (qui a Verona). Con i suoi compagni di liceo ha già girato alcuni corti e nel mio film avrà un ruolo”.