Le piogge continuate degli ultimi due giorni hanno dato la mazzata finale alle ciliegie precoci nel Veronese, già messe in crisi da una stagione primaverile piovosa e umida. Molti frutti sono spaccati e, come l’anno scorso, si stimano perdite oltre il 50%. “Eravamo quasi giunti al traguardo, dato che l’inizio della raccolta è previsto per la settimana prossima, e speravamo di portare a casa un buon prodotto – spiega Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto -. Invece è caduta troppa acqua: nell’Est Veronese 52 millimetri in due giorni la settimana scorsa, mentre tra ieri e l’altro ieri la pioggia ha continuato a cadere per dodici ore di fila. E con tutte queste ore di bagnature le ciliegie non resistono, spaccandosi. Per le varietà precoci, quindi, stagione andata con perdite da valutare”. Per garantire una promozione adeguata e assicurare la continuità della tradizione cerasicola veronese, Coldiretti ha istituito un gruppo di lavoro con i rappresentanti dei mercati alla produzione di San Pietro In Cariano, Negrar, Illasi, Montecchia di Crosara e San Giovanni Ilarione, oltre che alcuni produttori e una struttura commerciale. Il team sovrintende l’utilizzo del marchio “Ciliegia delle Colline Veronesi” il cui utilizzo prevede la sottoscrizione di un contratto con l’impegno da parte del produttore di certificare l’origine del prodotto e di rispettare le norme di commercializzazione decise per la campagna 2025. Quest’anno sono state confermate quelle in vigore nel 2024: le ciliegie comunemente chiamate “duroni” devono avere un calibro di 26+ per i cofanetti da 2 kg e 24+ per i cestini. Le varietà precoci sono invece escluse dalla commercializzazione con il marchio. Giorgio Girardi, responsabile del settore ortofrutta di Coldiretti Verona e coordinatore del gruppo di lavoro illustra i dati del comparto: “Verona rappresenta quasi l’80% della cerasicoltura veneta e il percorso che abbiamo intrapreso cinque anni fa per ottenere la certificazione Igp è necessario per dare al nostro prodotto il giusto riconoscimento”. “L’andamento della produzione però ci preoccupa – precisa Girardi – in quanto negli ultimi venticinque anni abbiamo assistito a una drastica diminuzione delle superfici coltivate a ciliegeti”. Secondo i dati analizzati dall’ufficio studi di Coldiretti Verona, dal 2006 al 2024 gli ettari sono passati da 1930 a 1305 segnando un -32% in un areale che comprende l’intera provincia di Verona. Per quanto riguarda la produzione, negli ultimi vent’anni si è registrato un andamento altalenante dovuto principalmente agli eventi climatici avversi e ai danni provocati dagli insetti alieni come la Drosophila Suzuki. “Il 2024 è stato un anno disastroso – continua Girardi – a causa dell’eccessiva piovosità che ha colpito la prima parte della stagione in cui si è perso circa il 40% del raccolto rispetto all’anno precedente che già non era stato dei migliori”. Nel 2024, secondo i dati Istat rielaborati dall’ufficio studi Coldiretti Verona, sono state raccolte 6367 tonnellate di ciliegie a fronte delle 10.903 del 2023.